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venerdì 24 aprile 2015

Gesù ci "conosce" come il padre "conosce" lui


4a domenica di Pasqua (B)
Atti 4,8-12 • Sal 117 • 1Giovanni 3,1-2 • Giovanni 10,11-18
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Il buon pastore dà la vita
Il pastore è così legato alle sue pecore da essere pronto ad affrontare chiunque metta in pericolo il gregge. Il mercenario, invece, nel suo contratto non ha la clausola di essere disposto a sacrificarsi per le pecore: non si sente legato "affettivamente" al gregge, ma allo stipendio.
Ha un cuore da "mercenario" chi si attiene agli obblighi minimi fissati nel contratto; chi ad ogni proposta reagisce: ma, sì, però, forse, sono sempre io…; chi è fedele alla legge solo per una ricompensa o per evitare una punizione.
Un cuore a somiglianza di quello di Gesù non fa calcoli, non si chiede dove arrivino i diritti e dove finiscono i doveri, non si chiede che cosa stabiliscono le norme… segue un'altra "legge": l'amore per "ogni" pecora (persona) e per "tutte" le pecore (l'umanità), senza distinzioni né privilegi…

Conosco le mie pecore ed esse conoscono me
"Conoscere" non è apprendimento, ma "rapporto", coinvolgimento completo nell'amore.
Spesso affermiamo di "credere" in Dio, cioè di sapere chi è Dio. Ma l'identità che gli attribuiamo:

- un Dio che si adegua alla giustizia dell'uomo;
- un Dio che premia e punisce in base ai meriti;
- un Dio che si compiace del culto;
- un Dio che proibisce l'adulterio, ma approva l'accumulo dei beni e la loro libera gestione;
- un Dio che permette di uccidere per legittima difesa;
- un Dio infinito, onnipotente, capace di farsi rispettare;

non sempre corrisponde a quella rivelata da Gesù:

- un Dio che frequenta i peccatori e perdona;
- un Dio che subisce il male e non reagisce col male;
- un Dio che ama chi lo condanna alla morte in croce;
- un Dio "infinito" e "onnipotente" nell'amore.

Da me stesso do la vita
Dove ci sono costrizioni e timori, non ci può essere l'amore. La salvezza è dono gratuito e libero di Gesù.
Credere nel Dio di Gesù è fondare la vita su un Dio che è padre, che come tale ci ama e che, nell'amore, ci lascia liberi di rispondergli.

In quale Dio crediamo? In quello dei diritti o in quello dell'amore? Il nostro impegno nel "servire" è legato alla logica del buon pastore o del mercenario che calcola tutto?



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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Ascolteranno la mia voce (Gv 10,16)
(vai al testo) - (---> pdf, formato A4, stampa a/r per A5)

Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata (29/04/2012)
Io sono il buon pastore (Gv 10,11)
(vai al testo)

Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
Conosciuti da Lui (27/04/2012)

Commenti alla Parola:
  di Luigi Vari (VP 2015)
  di Marinella Perroni (VP 2012)
  di Claudio Arletti (VP 2009)
  di Enzo Bianchi

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