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venerdì 17 settembre 2010

Il dio denaro

19 settembre 2010 – 25a domenica del Tempo Ordinario (C)

Parola da vivere

Nessuno può servire due padroni (Lc 16,13)


La Parola di questa domenica si concentra sul corretto uso della ricchezza, che tanto attrae le creature umane. La ricchezza, che spesso è fonte di disuguaglianze e di lotte, poiché crea una separazione tra ricchi e poveri, può diventare strumento di fraternità. L'annuncio infatti del regno di Dio, se viene accolto con fiducia, può sconvolgere anche l'ordine sociale. Il Vangelo di oggi infatti ci mette in guardia dicendoci del pericolo che la principale fonte di divisione tra gli uomini sia il denaro quando viene trasformato in "mammona", ossia una realtà nella quale si ripone tutta la propria fiducia. L'assolutizzazione del denaro, che lo trasforma in un fine, impedisce di utilizzarlo come mezzo per la solidarietà tra le persone e lo mette al posto di Dio. La vera furbizia è quella di chi sa che tutto ciò che c'è è dono di Dio ed è un mezzo per entrare in comunione con il Padre e con i fratelli.
Gesù ci mette in guardia dalla tentazione di tenere il piede in due scarpe: si sta male e non si può camminare. L'uomo è; sempre conteso tra due signorie. Ma esse sono incompatibili tra loro. Lo sappiamo per esperienza: diventiamo ciò dinanzi a cui stiamo: ne rispecchiamo l'immagine. Per questo siamo invitati a camminare davanti a Dio usando dei suoi beni a noi affidati per essere sempre più suoi figli e fratelli di tutti. I beni ci servono per vivere secondo il fine che è quello di amare il Padre amando i fratelli.


Testimonianza di Parola vissuta


Nei primi anni di matrimonio ero io ad occuparmi della gestione economica della famiglia. Se ci arrivavano segnalazioni che occorreva aiutare qualcuno, decidevo da sola se farlo e l'ammontare dell'aiuto, contando sul fatto che per mio marito sarebbe andato tutto bene. Walter veniva a sapere le cose se, dopo qualche tempo, riceveva ignaro dei ringraziamenti.
In seguito però abbiamo capito che affidare la contabilità della casa ad una persona sola non era giusto; abbiamo sentito l'esigenza di condividere fino in fondo anche questo aspetto e quindi di redigere un bilancio economico insieme. Sono stati momenti di profonda comunione, che ci ha fatto più famiglia. Ora ogni spesa cerchiamo di deciderla insieme. Così i nostri figli, ormai cresciuti, hanno visto che è venuta a crearsi un'attenzione particolare all'uso dei beni. Si è trovato anche il posto per la una solidarietà costante e non solo saltuaria.


(M.C., Svizzera)

(da "Camminare insieme" - vedi Testimoniare la Parola, come proposto in parrocchia)
(vedi Commento alla Parola di Claudio Arletti)



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