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giovedì 5 gennaio 2017

Le preferenze di Dio: gli ultimi, i lontani



Epifania del Signore
Isaia 60,1-6 • Salmo 71 • Efesini 3,2-3a.5-6 • Matteo 2,1-12
(Visualizza i brani delle Letture)


Appunti per l'omelia

Oggi la Chiesa celebra la solennità dell'Epifania, cioè della Manifestazione del Figlio di Dio a tutte le genti, rappresentate dai Magi, che non appartenevano al popolo di Israele.

Risuonano ancora come un monito per noi cristiani che abbiamo molto spesso (se non del tutto…) perso il senso del mistero del Natale, l'augurio che papa Francesco ha rivolto in occasione di una sua telefonata ad una trasmissione televisiva: "Io vi auguro un Natale cristiano, come è stato il primo, quando Dio ha voluto capovolgere i valori del mondo, si è fatto piccolo in una stalla, con i piccoli, con i poveri, con gli emarginati…".
Oggi è solennità dell'Epifania, non è la festa della Befana! (Come d'altronde il Natale non è la festa di "Babbo Natale"!).
È vero che le varie tradizioni fanno breccia nel cuore e negli atteggiamenti della gente, formando consuetudini che diventano, alla ricorrenza, prioritarie in sé. Sembra quasi che queste siano una sorta di "cartina di tornasole" che misurano la nostra capacità di incarnare nella nostra esistenza quotidiana il mistero di un Dio che per amore si fa uno di noi per farci poi simili a Sé.
La scristianizzazione del nostro mondo occidentale è sotto i nostri occhi.
Scrive il papa emerito, Benedetto XVI, nelle "Ultime conversazioni": «È chiaro che la scristianizzazione dell'Europa progredisce, che l'elemento cristiano scompare sempre più dal tessuto della società.
È palese che i nostri principi non coincidono più con quelli della cultura moderna, che la struttura fondamentalmente cristiana non è più determinante…
La società occidentale non sarà più una società cristiana e, a maggior ragione, i credenti dovranno sforzarsi di continuare a plasmare e sostenere la coscienza dei valori e della vita. Sarà importante una testimonianza di fede più decisa delle singole comunità e Chiese locali».

Premessa per interrogarci sulla solidità della nostra fede…

I "Magi", di cui il Vangelo ci parla, non sono ebrei e rappresentano tutte le genti, chiamate ad incontrare il Cristo. Rappresentano noi. Noi, che oggi lo possiamo incontrare nella Chiesa, la nuova Gerusalemme: «Le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo» (Ef 3,6).
I Magi, all'apparire della stella, si mettono in cammino attirati da Qualcuno che li attendeva a Betlemme. Quel Bambino è la manifestazione vivente di un Dio, che non fa preferenze di persone, ma è punto di convergenza dell'anelito di tutti i popoli, che rende possibile la fratellanza universale.
Gerusalemme, - come la contempliamo nella visione di Isaia (cf Is 60,1-6) - avvolta dallo splendore della gloria di Dio, è punto di incontro di "popoli lontani", attratti dalla luce che in essa brilla: giungono a lei popoli di tutta la terra, in un clima di grandissima gioia, in un reciproco scambio di doni.

Dio si manifesta. In questo suo "originale" modo di rendersi presente a noi scorgiamo la sua preferenza: a Natale abbiamo contemplato questo manifestarsi di Dio nei pastori, in coloro che la società del tempo ha emarginato; all'Epifania contempliamo questo Dio-Bambino (quindi inerme, povero, piccolo…, indifeso) che si manifesta a gente non del popolo eletto, a quelli che noi potremmo chiamare "i lontani", "persone di buona volontà", che sono alla ricerca del vero senso della vita. E compiono un lungo cammino, serio e faticoso.
Ecco le preferenze di Dio: gli ultimi, i lontani…
Certo "i vicini", il popolo che Lui si è scelto per condurre l'umanità alla fratellanza universale, non ha saputo vedere i segni di Dio, non trasalì di gioia, anzi "si turbò": Erode e con lui tutta Gerusalemme.
Un Dio che si umilia fa guerra alla superbia dell'uomo, che sotto la spinta dell'antico serpente vuol diventare, con le sue mani, simile a Dio.
Invece, il "Nulla d'amore" di Dio, rivelatosi in Gesù, può essere accolto, con la mente e il cuore, soltanto da un nostro "nulla d'amore".
È in questo atteggiamento di adorazione che possiamo ridare a Colui che è il Dono i nostri doni, la nostra umanità, che Lui stesso ha preso su di sé per riscattarla e redimerla.
I Magi offrirono oro, incenso e mirra, volendo significare con questi doni la vera realtà del Messia, nella sua regalità, nella sua divinità, nella sua umanità.
Offrendo questi doni, anche a noi viene chiesto di professare la Regalità del Verbo di Dio con il nostro farsi prossimo ad ogni uomo e ad ogni donna in un servizio che è dono reciproco; di riconoscere in Gesù il nostro Dio che amiamo in maniera esclusiva sopra ogni cosa, ogni persona, ogni affetto sia pur caro; di contribuire, con l'offerta della nostra vita, della nostra sofferenza, unita alle sofferenze dell'Uomo-Dio, alla salvezza del mondo, a quella fraternità universale che è il disegno di Dio sull'umanità.

È in questo nostro "uscire", con gli stessi sentimenti del cuore di Dio, verso ogni periferia che possiamo dar vita a quella evangelizzazione che porta in sé la speranza di un mondo nuovo rinnovato dall'amore.
«Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla su di te» (Is 60,1). Così, come lo è stato per i Magi, proveremo una gioia grandissima al vedere la stella che ci precede e si posa sulla casa dove abita Gesù.


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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Gli offrirono in dono oro, incenso e mirra (Mt 3,13)
(vai al testo…)

Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata:
 Videro il bambino… si prostrarono e lo adorarono (Mt 2,11) - (6/01/2016)
(vai al testo…)
 Siamo venuti ad adorarlo (Mt 2,2) - (6/01/2015)
(vai al testo…)
 Siamo venuti ad adorare il Signore (Mt 2,2) - (6/01/2013)
(vai al testo…)
 Gli offrirono in dono oro, incenso e mirra (Mt 2,10) - (6/01/2012)
(vai al testo…)
 Videro il Bambino con Maria sua madre (Mt 2,11) - (6/01/2011)
(vai al testo…)

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
Il cammino per l'incontro don Dio (5/1/2016)
Nel "Nulla d'amore" di Dio (5/1/2015)
Essere "epifania" di Dio (4/1/2014)
L'incontro con Gesù, nella "casa", con Maria (4/1/2013)
Guardare oltre, con nel cuore il mondo (5/1/2012)

Vedi anche i post:
La Stella, il dono che porta (6/1/2011)
Lo scambio dei doni (5/1/2010)

Commenti alla Parola:
  di Cettina Militello (VP 11.2016)
  di Luigi Vari (VP 11.2015)
  di Luigi Vari (VP 1.2015)
  di Gianni Cavagnoli (VP 2013)
  di Marinella Perroni (VP 2012)
  di Marinella Perroni (VP 2011)
  di Marinella Perroni (VP 2010)
  di Claudio Arletti (VP 2009)
  di Claudio Arletti (VP 2008)
  di Enzo Bianchi (vol. A)
  di Enzo Bianchi (vol. B)
  di Enzo Bianchi (vol. C)

(Illustrazione di Stefano Pachì)


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