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venerdì 11 luglio 2014

Il seminatore uscì a seminare… ovunque


15a domenica del T.O. (A)

Appunti per l'omelia

Nel capitolo 13 del vangelo secondo Matteo, che ci viene proposto in queste domeniche, sono raccolte sette parabole di Gesù. È il terzo grande discorso, dopo quello della montagna (Mt 5,7) e quello missionario (Mt 10). Gesù è il Maestro messianico che riunisce la sua comunità e la educa con la sua parola.
La prima parabola è quella del seminatore o del seme. Le parabole di Gesù non sono "storielle" che accarezzano gli orecchi dell'uditorio, ma intendono scuotere portando a riflettere e a prendere una decisione nei suoi confronti. Per questo è importante cogliere i motivi che spingono Gesù a usare il linguaggio delle parabole. Da tempo ormai sta annunciando che il Regno di Dio è vicino ed un gruppo di discepoli si è formato attorno a Lui. Essi, però, vivono un momento di crisi, di disorientamento. Si chiedono con inquietudine: dov'è il Regno, questo intervento decisivo di Dio che cambia tutto? È davvero efficace la parola di Gesù? E tanti che si erano avvicinati a Gesù si sono ritirati. Ed anche quelli che aderiscono a Lui sono poi veramente "cambiati"? Un sottile scetticismo si fa strada tra la folla e in particolare nel cuore dei discepoli, come può accadere anche a noi: vale ancora la pena seguire Gesù?
Ed il messaggio che Gesù vuole trasmettere con la parabola è appunto questo: nell'avventura del Regno di Dio, che Egli annuncia e rende presente, avviene come quando si semina.
In Palestina il campo non veniva arato prima della semina, ma dopo: la semente veniva sparsa in tutte le parti del campo, anche nei sentieri che lo attraversavano e nelle zone sassose o piene di rovi. Per questo molta semente andava perduta. Ma il risultato finale, la resa del seme caduto sulla terra buona, compensava tutte le perdite. Così il Regno di Dio, che è la presenza di Dio che si dona attraverso Gesù, si manifesterà pienamente e già si sta facendo realmente strada, nonostante gli ostacoli e i fallimenti che Gesù incontra, nonostante lo scacco supremo che Egli vede profilarsi, cioè la sua passione e morte. Gesù non condivide la concezione spettacolare e trionfalistica dei giudei (e oggi di molti cristiani!) i quali pretendono che, se Dio interviene, deve abbattere ogni resistenza; e si scandalizzano per la lentezza, la fatica con cui la sua opera avanza nella storia. Gesù, però, vede già la fioritura e la maturazione del seme, l'abbondanza del raccolto.
Questa fiducia sconfinata nella potenza di Dio e nella forza della Parola, che, scesa come la pioggia, non ritorna senza aver operato e compiuto ciò per cui è stata mandata (cf Is 55,10-11), Gesù vuole comunicarla ai suoi discepoli. Vuole infondere speranza nei cristiani di ogni tempo, tentati di cedere allo scoraggiamento e alla rassegnazione davanti agli insuccessi della missione.
Il seminatore Gesù sparge il seme dovunque, con "spreco" si direbbe, non scartando nessun terreno ma ritenendo ciascuno degno di fiducia e di attenzione. Così la Chiesa deve offrire la Parola a tutti senza risparmio di energie. È la vocazione di ogni cristiano! Tutti sono seminatori della Parola, anche se non tutti siamo seminatori allo stesso grado e con le stesse responsabilità. Tutti però siamo incaricati di portare la Parola al mondo, sapendo che è Parola la nostra vita prima ancora che la nostra voce.
Ogni mattina ogni cristiano è chiamato ad «uscire a seminare», senza scoraggiarsi se una parte del seme dovesse cadere su un terreno non buono.
La parabola mostra il contrasto fra l'inizio umile e modesto del Regno, nella parola e attività di Gesù, e il suo splendore futuro, mettendo così in luce la fecondità del seme ed invitando a riporre ogni fiducia nella potenza di Dio che porta avanti il suo Regno attraverso l'opera di Gesù e la missione evangelizzatrice della Chiesa, nonostante le apparenze infruttuose.
Gesù, alla fine, ci apre gli occhi su cosa è in gioco «ogni volta che uno ascolta la Parola». Se, come i discepoli, è disponibile e cerca di capire, chiedendo a Gesù un'ulteriore spiegazione, otterrà sempre più luce per penetrare nel cuore della Parola e aver chiaro il senso della propria esistenza: «A colui che ha, verrà dato e sarà nell'abbondanza». Ma a chi, ascoltando Gesù, non è interessato a capire di più e a lasciarsi guidare da Lui, «sarà tolto anche quello che ha», perché, trascurando la Parola, rimarrà nel buio e vi sprofonderà sempre di più.



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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Ecco, il seminatore uscì a seminare (Mt 13,3)
(vai al testo) - (pdf, formato A5/A4c)

Commenti alla Parola:
  di Gianni Cavagnoli (VP 2014)
  di Marinella Perroni (VP 2011)
  di Enzo Bianchi


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