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venerdì 27 febbraio 2009

Condotti dallo Spirito nel deserto

1° marzo 2009 – 1a domenica di Quaresima (B)

Parola da vivere

Nel deserto rimase per quaranta giorni, tentato da Satana (Mc 1,13)

Nel battesimo al Giordano, Gesù ha ricevuto la consacrazione nello Spirito Santo e quindi si accinge a sperimentare tutta la nostra condizione di fragilità umana per riportarci ad essere in Lui uomini nuovi, completamente rifatti.
Questo è prefigurato nella distruzione del diluvio a cui segue la Nuova Alleanza, arcobaleno tra cielo e terra, tra Dio e noi.
Nel deserto Gesù percorre la nostra vita tra croci e morte per fare della sua croce il nuovo arcobaleno, distruggendo le nostre tentazioni: di sostituirci a Dio per essere noi stessi la fonte della nostra felicità nel piacere, nel potere, nell'idolatria delle creature.
La Quaresima è tempo di grazia per vivere la trasformazione dell'uomo vecchio nel nuovo Adamo, nel Cristo risorto.
Ci lasciamo anche noi condurre dallo Spirito nel deserto per vincere le tentazioni che ci minacciano da sempre: possedere senza amare, godere senza amare, stare insieme senza incontrarci, crescere distruggendo gli altri, essere idolo tra gli idoli di pietra, chiudere le orecchie all'ammonizione del mercoledì delle ceneri: "ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai!".
L'essere cenere troverà senso nello Spirito che brucerà, se gli saremo docili, tutto ciò che non è amore.
Dalla cenere divamperà l'incendio dell'amore, come vita che vince la morte.

Testimonianza di Parola vissuta

Quello che da sempre ha dominato la mia vita è stato un profondo bisogno di verità, giustizia, armonia. Ho vissuto gli anni della giovinezza caratterizzati dalla contestazione, da quella ideologia di lotta contro tutte le discordanze tra uomo e donna, potere e servizio, ricco e povero. Avevo tagliato i ponti con una religiosità fatta di rituali e perbenismo, con un Dio dispotico e legislativo, pronto a colpire i trasgressori con l'inferno. Non centrava nulla con la mia vita e non sapevo che farmene. La vita, il tempo erano di mia proprietà. Sono stata efficiente nel lavoro, nei rapporti con gli altri, come moglie e madre. Mi sono infilata in un tunnel per cui contava il fare a scapito dell'essere, nel quale però mi sentivo sempre più tormentata e inquieta, mi sentivo orfana di padre e madre, ma soprattutto di me stessa.
Dio ha ascoltato il mio grido inconsapevole, il dolore che giorno dopo giorno mi portava alla morte. È intervenuto facendomi incontrare persone che con Lui avevano un rapporto vero e reale. Il più delle volte non capivo, ma percepivo un vero da cui non riuscivo a staccarmi, nonostante le lotte e le obiezioni. Non ho scelto, sono stata scelta.
Sono stata educata all'ascolto, a capire che Dio non è "contro", ma "per" la vita, la mia vita. Sono stata invitata da un'amica a fare un'esperienza di spiritualità in una casa francescana che ha segnato un'altra tappa del cammino. Ho sentito il bisogno di decidere che quello era il posto preparato per me, la mia casa. Ho imparato a leggere e vivere la Parola che piano piano ti entra nel cuore, si fa conoscere, crea un rapporto vero con Gesù.
Sono rimasta quella di sempre, con i limiti, le fatiche e le lotte di sempre, ma c'è una sostanza diversa che mi sostiene. È la speranza che nulla di ciò che accade è vano, è per niente, è la coscienza di essere figlia di un Padre che ti dice non solo chi sei, ma di chi sei.
(Lidia)
(da "Camminare insieme" - vedi Testimoniare la Parola)


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