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venerdì 16 febbraio 2018

La docilità di Gesù all'azione dello Spirito


1a domenica di Quaresima (B)
Genesi 9,8-15 • Salmo 24 • 1 Pietro 3,18-22 • Marco 1,12-15
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

La «buona notizia», che ci viene portata dalle letture odierne, sembra possa sintetizzarsi in questo modo: Dio è con noi nella lotta per la vita e va innanzi, come un alleato e amico, per liberarci dalla morte e avviarci verso la pienezza dell'esistenza. Con instancabile «passione» per l'uomo, geloso di questa sua creatura, studia di fare breccia nel cuore umano, troppo spesso angosciato dalla tristezza, abbruttito dall'odio, per proporgli la strada dell'amore e del dialogo salvifico con lui.
L'uomo moderno sempre più prende coscienza del suo ruolo insostituibile di coartefice e coordinatore (cf. Gen 1,28-29) delle forze vitali e delle energie immense che si sprigionano dalla creazione. Con la sua azione, egli s'industria a vivere in quella natura, che un tempo era per lui tanto misteriosa e inafferrabile.
Mentre rimane inebriato dal successo delle sue imprese, s'accorge, nello stesso tempo, come la realtà umana si faccia sempre più complessa e delicata. Allora il cristiano comprende e desidera, brama, una partecipazione sempre più larga dell'umanità ai vantaggi e ai frutti di tante conquiste; rivendica più umani trattamenti nel lavoro; cerca di liberare dalle varie schiavitù alle quali l'uomo è stato assoggettato. Queste sono anche le preoccupazioni e le ansie del Dio che si rivela lungo la storia sacra; con ripetuti richiami, egli sembra rinnovare l'invito all'uomo, ad unirsi sempre di più alla sua opera di creazione e di salvezza: lo cerca e lo sprona continuamente, perché voglia, con intelligenza, collaborare alla liberazione dell'universo ( cf. Rm 8,22).

La Quaresima «prepara» alla Resurrezione, ma solo come tempo. Come contenuti, invece, celebra la Resurrezione. L'episodio delle tentazioni proclamato dalla liturgia di questa domenica, non è solo un momento decisivo nella vita di Gesù, ma è, più ancora, il dramma di Adamo nel paradiso terrestre, di Israele nel deserto e di ogni cristiano in questa vita. "Eri in Cristo ed eri tentato tu", dirà sant'Agostino.
Il cristiano vincerà la tentazione solo se terrà sempre presente il grande avvertimento, valido per l'intera Quaresima e per l'intera vita: «Non di solo pane vive l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio» (Mt 4,4 = Dt 8,3). Cibo principale del credente è lo stesso Cristo, che ci si offre sulla duplice mensa della Parola e del Sacramento.

Il racconto di Noè vuole mettere in luce l'ostinazione dell'uomo a voler fare da sé, senza Dio, rompendo il rapporto di dipendenza che lega l'uomo a chi lo ha creato. Questo atteggiamento lo porta alla dissoluzione e alla morte (il diluvio ne è un segno e una conseguenza), ma Dio che si è impegnato con la sua creatura la cerca continuamente e le dà occasione di salvezza nell'arca di Noè.
Questo amore non procura solo la salvezza all'uomo, ma compromette ulteriormente Dio che è spinto ad allacciare un patto di amicizia e di salvezza con l'uomo e con tutto il creato. Questo intervento di Dio non è solo a vantaggio del popolo ebraico, ma di tutti gli uomini e di tutto l'universo: il Dio che salvò Noè è il Dio di tutto il creato.
Dopo il diluvio il Signore rinnova l'alleanza. La prima alleanza era cosmica, abbracciava l'intero mondo creato, ed era stata concessa ad Adamo, posto come signore della creazione divina. Adesso Noè prende la responsabilità di Adamo come mediatore umano dell'alleanza, anche questa cosmica. Il Signore la promette a Noè e ai suoi familiari come eterna, lungo le generazioni, e comprenderà anche tutti gli animali della terra, del cielo e del mare.
Noè ci appare come l'uomo attento e insoddisfatto del benessere raggiunto dalla sua "civiltà". Per questo accetta, nonostante fosse umanamente insensato costruire un'arca così immensa, di affidarsi unicamente alla parola di un'Altro. I fatti lo convinceranno, che non aveva creduto invano, e che la parola di Dio è un appoggio più solido dell'evidenza dei sensi. Per questo accetta volentieri di legarsi definitivamente a questo Amico che lo coinvolge in una solidarietà irrevocabile, a vantaggio di una nuova umanità, uscita dal lavacro purificatore.

La promessa di Dio si realizza definitivamente in Gesù. L'evangelo di Marco, con l'odierna pagina, mette in risalto come in Gesù abbia inizio una nuova creazione. Nel caos primordiale, essa viene plasmata dalla forza creatrice dello Spirito, come ora la medesima forza spinge Gesù nel deserto, per dare inizio, proprio da questo regno di morte, alla sua opera di salvezza. È per questo che Gesù ci viene offerto dall'iniziativa amorosa del Padre, dando in tal modo compimento a tutte le sue proposte di solidarietà e di amicizia con l'uomo. In questo dono del Padre, noi possiamo vedere la nostra «immagine» quale è stata voluta dal disegno divino. In lui, posto nelle condizioni più difficili, ci è dato il modello di come l'uomo deve rispondere, per realizzare la pienezza dell'esistenza. Essere creatura, significa dovere se stessi a Dio.
In tutte le sue scelte, Gesù esprimerà chiaramente quest'esigenza e questa convinzione, abbandonandosi totalmente al volere del Padre. Per questa ragione, si opporrà decisamente a tutto ciò che è contrario al piano paterno; respingerà qualunque soluzione proposta dal buon senso comune e dalle idee, anche religiose, di un messia, giustiziere implacabile. Anche gli apostoli avranno bisogno di convertirsi, di fronte a questo nuovo modo di vedere le cose; dovranno lottare non poco, per accettare questa novità così sconcertante, che viene loro proposta da Dio stesso.

«Lo Spirito sospinse Gesù nel deserto». Con forza lo Spirito Santo lo tirò fuori dalla folla che circondava il Battista, per spingerlo nella solitudine del deserto, luogo tipico della prova e della verifica (ma anche dell'incontro con Dio e della preghiera). L'evangelista vuole così sottolineare che a tale azione spirituale Gesù fu docile e insieme non poté opporsi. Gesù non va nel deserto di sua spontanea volontà. Quello stesso Spirito che rese possibile la sua generazione ed era venuto visibilmente su di lui per mostrare a tutti il compiacimento del Padre, ora lo conduce nel deserto come aveva condotto il popolo eletto.
E lì fu tentato dall'avversario, da satana, l'accusatore dell'uomo, per rovinarlo e rovinare il disegno divino.
Il genere delle tentazioni non è precisato, ma la vita di Gesù sulla terra sarà tutta punteggiata da un continuo combattimento contro le potenze del male, impersonate da satana, il nemico di Dio. Durante tutta la sua vita Gesù si è ripetutamente posto il problema della sua messianicità: la gente che lo ascolta e lo applaude ha tante idee diverse del Messia, ognuno vorrebbe che Gesù corrispondesse alla propria. I suoi stessi discepoli hanno consigli da dargli e proposte alternative; di fronte all'annuncio della passione, Pietro lo prende in disparte e lo rimprovera; fino all'ultima tentazione sulla croce, quando molti gli gridano: «Salva te stesso scendendo dalla croce!» (Mc 15,30). Durante tutta la sua vita Gesù è stato tentato di scegliere altre strade e altri modi.
Donando una nuova vita a Gesù, il Padre conferma concretamente le sue promesse e offre una convincente risposta all'atteggiamento di servo obbediente, vissuto da lui.
San Pietro ci ricorda poi che, col battesimo, veniamo inseriti nella risurrezione di Cristo, in modo che la stessa forza vitale si trasmette a ciascuno di noi e ci dà la possibilità di ripeterne le scelte e lo stile. L'acqua del battesimo è il povero segno di quella realtà che si è stabilita tra noi e il Cristo; è il segno indelebile di quella solidarietà e di quell'amicizia, alla quale Dio non verrà mai meno nei miei confronti. Dio mi ha raggiunto nella mia disperazione, nella mia solitudine, per mezzo del suo Figlio.

(spunti da Lectio: Abbazia Santa Maria di Pulsano)

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Lo Spirito sospinse Gesù nel deserto (Mc 1,12)
(vai al testo…)

Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
 Lo Spirito sospinse Gesù nel deserto (Mc 1,12) - (22/02/2015)
(vai al testo…)
 Convertitevi e credete nel Vangelo (Mc 1,15) - (26/02/2012)
( vai al testo…)
 Nel deserto rimase per quaranta giorni, tentato da Satana (Mc 1,13) - (27/02/2009)
(vai al post "Condotti dallo Spirito nel deserto")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Convertirsi, guardare nella direzione del Vangelo (20/02/2015)
  Credere nel Vangelo, la novità di Dio! (24/02/2012)

Commenti alla Parola:
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 2.2018)
  di Luigi Vari (VP 2.2015)
  di Marinella Perroni (VP 2.2012)
  di Claudio Arletti (VP 2.2009)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

(Illustrazione di Stefano Pachì)

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