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venerdì 29 dicembre 2017

La Famiglia di Nazaret:
 specchio della Famiglia divina eterna


Domenica fra l'Ottava del Natale - Santa Famiglia (B)
Genesi 15,1-6;21,1-3 • Salmo 104 • Ebrei 11,8.11-12.17-19 • Luca 2,22-40
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

In questa domenica dopo il Natale la liturgia porta il nostro sguardo di fede sulla famiglia di Nazaret nella quale «Dio, nostro Padre, ci ha dato un vero modello di vita».
Attraverso i testi della Scrittura scelti per questa festa, la comunità cristiana viene invitata a prendere coscienza dei rapporti familiari vissuti in modo nuovo, cioè «nel Signore». I costumi, anche quelli familiari, sono in continua evoluzione. Il cristiano autentico non deve scomporsi, ma deve vivificare tutto con l'atteggiamento interiore guidato dallo Spirito di Dio. Gesù insegna e aiuta a vivere l'amore familiare col suo stesso amore: un amore capace di donarsi fino alla morte, perché è immagine dell'amore stesso del Padre celeste.
I costumi di Dio diventano così i costumi degli uomini diventati figli di Dio.

La liturgia odierna ci invita dunque a riflettere sul tema della famiglia, alla luce di quella comunità esemplare, formata da Giuseppe, Maria e Gesù, che i testi evangelici ci descrivono, seppure con grande sobrietà e discrezione. La famiglia può essere considerata giustamente perno vero e insostituibile di una solidarietà di base importantissima, sia sul piano naturale (trasmissione della vita, convivenza, comunità di amore, educazione...), sia sul piano soprannaturale (perché fondata sul sacramento del matrimonio e ordinata a promuovere anche la crescita della fede e della carità).
San Paolo, quando parla del fondamento della famiglia, cioè del matrimonio, lo chiama sacramentum magnum proprio in ordine a Cristo e alla comunità ecclesiale. Il sacramento del matrimonio contiene in sé un forte dinamismo di rinnovamento e di crescita, non solo nel senso di ampliamento quantitativo, ma proprio come assimilazione e testimonianza del mistero di Cristo nella comunità ecclesiale.
Tuttavia, è da tener presente che la Famiglia divina eterna, unico vero Esemplare onnipotente, in realtà si compone del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Nel Figlio il Padre, donando lo Spirito Santo, si acquisisce anche una Casa creata di tutti i suoi figli, il cui Capo e Responsabile è Cristo Signore Risorto (cf. Eb 3,6).
In questo contesto la Famiglia di Nazaret è un esemplare mirabile, ma ancora umano, che si contempla, tuttavia con gli occhi verso la Famiglia divina eterna.
L'evangelista Luca introduce gradualmente i suoi lettori nel mistero dell'identità di Gesù: dall'annunciazione a Maria, alla nascita a Betlemme… Poi il Messia, figlio d'Israele, entra nel tempio e viene consacrato a Dio, «secondo la legge di Mosè».

Nel racconto della presentazione al tempio primeggiano le figure di Simeone e di Anna.
Simeone, simbolo della lunga attesa messianica, è "colui che attende", ma non in modo passivo; il suo è un "andare incontro per accogliere".
«Lo Spirito Santo era sopra di lui», «li benedisse e parlò a Maria: una spada ti trafiggerà l'anima».
Nei vangeli non si parla tanto dei dolori di Maria. Solo Giovanni racconta della sua presenza sotto la croce.
La "Spada" di Simeone viene a dare certezza dell'indicibile strazio del "cuore della Madre". È la Spada della Divina Parola, a cui Lei "Resa tutta grazia", come "la serva del Signore", si offrì con fede e amore senza limiti affinché tutto fosse fatto "secondo la Parola" divina (cf. Lc 1,38). La medesima Spada della divina Parola trafiggerà il cuore di tutti i fedeli, che nel battesimo sono chiamati ad un'esistenza sacrificale, di fedeltà e di testimonianza, davanti al loro Signore (cf. Mt 10,32; Mc 8,38; Lc 9,26). È una Spada affilata che divide i pensieri più nascosti del cuore, e che rivela ogni più segreta realtà, quella alla quale si deve rendere conto (cf. Eb 4,12-13).

«Adempiuto ogni cosa secondo la Legge del Signore, fecero ritorno a Nazaret di Galilea».
Questa non è una mera indicazione di un qualsiasi itinerario, ma secondo la teologia di Luca è la prima fase di un adempimento: "Nazaret–Betlemme-Nazaret". "Nazaret-Gerusalemme-Nazaret" è la seconda fase (Gesù tra i dottori ai Genitori: «Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?» Lc 2,49). "Nazaret-Gerusalemme" è la terza fase dell'adempimento; poi più nessuna fase. A Gerusalemme dalla Croce scaturisce la Redenzione, la Consolazione, lo Spirito Santo al mondo intero. Le tre fasi e l'ultimo adempimento competono al divino, inconsumabile Spirito Santo.

(spunti da Lectio: Abbazia Santa Maria di Pulsano)

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
 Il bambino cresceva pieno di sapienza (Lc 2,40) (Lc 2,40) - (28/12/2014)
(vai al testo…)
 I miei occhi hanno visto la tua salvezza (Lc 2,30) - (27/12/2008)
(vai al post "Tutto vince l'amore!")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Sulla terra, il divino modello dell'amore trinitario (26/12/2014)

Commenti alla Parola:
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 11.2017)
  di Luigi Vari (VP 11.2014)
  di Claudio Arletti (VP 11.2008)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano

(Illustrazione di Stefano Pachì)

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