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venerdì 22 dicembre 2017

«Ecco la serva del Signore»:
  il progetto di Maria "perso" nel progetto di Dio


4a domenica di Avvento (B)
2 Samuele 7,1-5.8-12.14.16 • Salmo 88 • Romani 16,25-27 • Luca 1,26-3
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Tutta la liturgia di questa quarta domenica, concentra l'attenzione sul messia, figlio e discendente della casa di Davide, a cui si rivolgono le attese e le speranze dell'umanità. I profeti sono stati per secoli i tenaci custodi di questa speranza messianica, ravvivandola nei momenti decisivi della storia del popolo di Israele. Uno di questi momenti lo riviviamo nella profezia che Natan fa a Davide di una casa e di un trono eterni. Questo patto che Dio stringe con Davide, per bocca del profeta, si compirà nella sua discendenza, nel «figlio» della promessa, in Gesù, il Verbo incarnato, la cui umanità sarà il nuovo tempio di Dio; in esso sarà sancita la nuova ed eterna alleanza a cui non più solo Israele ma tutte le genti saranno chiamate a partecipare. Maria, la vergine madre, riceve per prima l'annuncio del compimento di questo mistero nascosto da secoli, ma ora rivelato, nella pienezza dei tempi, secondo il disegno dell'eterna sapienza di Dio.

David, come leggiamo nel passo proposto per questa domenica nella prima lettura (2Sam 7,1-5.8-12.14.16), dopo la promessa divina perpetrò orridi misfatti (adulterio e omicidio premeditato di un innocente e valoroso suo guerriero). Tuttavia, per Decreto imperscrutabile e irreversibile, il Signore amò David più di ogni altro suo re. E lo pose come il capostipite della discendenza regale, portatrice della Promessa e della Benedizione. Il Re messianico quindi di necessità dovrà essere «il Figlio di David».
Anche David amò il suo Signore, e Lo cantò, fattosi l'orante di numerosi Salmi. E per desiderio di tributargli il dovuto culto, appena ebbe un tempo di pace, progettò anche di costruirgli la dimora, suntuosa e degna, come l'uomo può. Il Signore allora dimorava sull'arca, sotto una tenda mobile. Ma Dio ha il suo Disegno da porre in azione.
David da parte sua comunica la sua decisione al suo più fidato consigliere, il profeta Natan, profeta di corte e quindi attento ai desideri del sovrano che lo asseconda, assicurandogli troppo in fretta che il Signore sta con lui anche in questo.
Tuttavia, quella notte stessa il Signore appare a Natan e lo invia a David per contestargli il suo disegno, che non desidera, poiché per David ha ben altri progetti. Gli manda a dire che in verità Egli lo ha preso come semplice pecoraio e ne ha fatto il re d'Israele, precedendolo e dandogli vittoria contro tutti i nemici. Perché vuole fargli un nome senza pari sulla terra.

La promessa di Dio si realizza attraverso il «sì» di Maria, la «piena di grazia», come la chiama l'angelo Gabriele. Un titolo che non designa soltanto l'elezione di Maria alla maternità del Messia, ma anche la sua preparazione con un cumulo di benedizioni celesti per tale compito sublime, come viene esplicitato nel dogma dell'immacolato concepimento di Maria.
Maria in altri termini è stata prevenuta dalla grazia, è una privilegiata appunto perché ricolmata di grazia da parte di Dio: «resa già graziata» (il participio è al perfetto), perché Maria è stata da sempre e resta per sempre l'oggetto del favore eccezionale che il carisma della maternità messianica suppone. Iddio è con colei che sarà la madre del Dio-con-noi, l'Emmanuele.

Nel dialogo con l'angelo, Maria non esprime un dubbio, non pretende un segno, come fece Zaccaria, ma espone un desiderio, esprime un proposito, quello di rimanere vergine. Un ideale certo difficile per il suo tempo, frutto sicuramente della grazia di Dio, ed una nascita da lei avrebbe sconvolto umanamente la sua oblazione.
Tale è lo stato di Maria, ma ciò che ella considerava come un ostacolo per questa maternità gloriosa è, nel pensiero divino, la condizione necessaria.
Dio le ha ispirato di rimanere vergine. Dio le domanda oggi di diventare madre; Dio non si contraddice.
Come fu necessario che Abramo, perché potesse effettivamente diventare il padre di una posterità numerosa come le stelle del cielo e l'arena del mare, rinunciasse, accettando di immolarlo, all'unico figlio, sul quale riposavano le promesse divine.
Salva la sua vita colui che accetta di perderla (cfr. Mc 8,34ss e sinottici); in altri termini l'uomo possiede solo ciò che ha donato. Allora anche la verginità di Maria assume un significato nuovo; non è un valore a sé stante, in quanto fatto biologico, ma è l'espressione della radicale povertà e disponibilità nella fede al progetto di Dio.
L'accettazione di Maria è strettamente legata alla rivelazione contenuta nel dialogo con l'angelo; Maria di Nazaret ha accettato che il proprio progetto scomparisse in quello di Dio.
Con un atto di fede e di obbedienza è iniziata la storia della salvezza (Gen 12,1ss: Abramo); con un atto di fede e di obbedienza la storia della salvezza continua nella pienezza dei tempi (Maria). Ancora una volta ritorna l'immagine del "servo", quale simbolo di umiltà e di disponibilità.
L'offerta al Signore si fa ancora più totale; l'esistenza verginalmente consacrata per atto umano, adesso accetta di esserlo ad opera dello Spirito.
Questo è «essere la serva del Signore» fino alla fine; questo è accettare tutto da Dio, e solo da Dio, ma «secondo la Parola» onnipotente.

(spunti da Lectio: Abbazia Santa Maria di Pulsano)

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Concepirai un figlio e lo darai alla luce (Lc 1,31)
(vai al testo…)

Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata:
 Avvenga per me secondo la tua parola (Lc 1,38) - (21/12/2014)
(vai al testo…)
 Avvenga per me secondo la tua parola (Lc 1,38) - (18/12/2011)
(vai al testo…)
 Io gli sarò padre ed egli mi sarà figlio (2Sam 7,14) - (19/12/2008)
(vai al post "Una sola famiglia")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Si compia la tua Parola (19/12/2014)
  Essere un'altra Maria (16/12/2011)

Commenti alla Parola:
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 11.2017)
  di Luigi Vari (VP 11.2014)
  di Marinella Perroni (VP 11.2011)
  di Claudio Arletti (VP 11.2008)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

(Illustrazione di Stefano Pachì)

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