Questo Blog continua nella nuova versione
venuto per servire
(clicca qui per entrare)


venerdì 18 agosto 2017

La grande fede della donna cananèa che "cambia" Gesù


20a domenica del Tempo ordinario (A)
Isaia 56,1.6-7 • Salmo 66 • Romani 11,13-15.29-32 • Matteo 15,21-28
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e Sidone… E una donna cananèa veniva da quella regione...
Gesù era uomo di incontri e in ogni incontro accendeva il cuore dell'altro e lui stesso ne usciva trasformato, come in questo incontro. Una donna di un altro paese e di un'altra religione, in un certo senso, "converte" Gesù, gli fa cambiare mentalità, lo fa sconfinare da Israele, gli apre il cuore alla fame e al dolore di tutti i bambini, che siano d'Israele, di Tiro e Sidone, o di Gaza: la fame è uguale, il dolore è lo stesso, identico l'amore delle madri.

Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio
Ma Gesù non le rivolse neppure una parola… Non sono stato mandato che alle pecore sperdute di Israele… La posizione di Gesù è molto netta e brusca: io sono stato mandato solo per quelli della mia nazione, per la mia gente.

Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini…
Nella mentalità comune dei giudei i pagani erano considerati cani. E poi la risposta geniale della madre cananèa: è vero, Signore, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni. Che è come dire: Tu non sei venuto solo per quelli di Israele, tu sei Pastore di tutto il dolore del mondo.
Nel regno di Dio, non ci sono figli e no, uomini e cani. Ma solo fame e figli da saziare, anche quelli che pregano un altro Dio.

Donna, grande è la tua fede!
Questa donna non frequenta la sinagoga, invoca altri dèi, ma per Gesù è donna di grande fede. Non ha la fede dei teologi, ma quella delle madri che soffrono per la carne della loro carne: esse conoscono Dio dal di dentro, lo sentono pulsare all'unisono con il loro cuore di madre. La grande fede della donna sta in una convinzione profonda, che la incalza: Dio è più attento alla vita e al dolore dei suoi figli che non alla fede che professano. Perché il diritto supremo davanti a Dio è dato dalla sofferenza e dal bisogno, non dalla razza o dalla religione. E questo diritto appartiene a tutti i figli di Dio, che sono tutti uguali, giudei e fenici, credenti e pagani, sotto il cielo di Tiro o sotto quello di Nazaret.

Avvenga per te come desideri!
Gesù ribalta la domanda della madre, gliela restituisce: Sei tu e il tuo desiderio che comandate... La tua fede è come un grembo che partorisce il miracolo: avvenga come tu desideri. Matura, in questo racconto, un sogno di mondo da far nostro: la terra come un'unica grande casa, una tavola ricca di pane, e intorno tanti figli. Una casa dove nessuno è disprezzato, nessuno ha più fame; dove non ci sono noi e gli altri, uomini e no, ma solo figli e fame da saziare. Dove ognuno, come Gesù, impara da ognuno. Sogno che abita Dio e ogni cuore buono.

(spunti da Ermes Ronchi)

-------------
Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Pietà di me, Signore, figlio di Davide (Mt 15,22)
(vai al testo…)

Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata:
 Donna, grande è la tua fede! (Mt 15,28) - (17/08/2014)
(vai al testo…)

Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
  L'appartenenza a Cristo si fonda unicamente sulla fede (16/08/2014)

Commenti alla Parola:
  di Cettina Militello (VP 7.2017)
  di Gianni Cavagnoli (VP 7.2014)
  di Marinella Perroni (VP 7.2011)
  di Enzo Bianchi

(Illustrazione di Stefano Pachì)

Nessun commento:

Posta un commento