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mercoledì 12 aprile 2017

Gesù abbandonato: mistero di Dolore e di Amore


All'inizio di questo Triduo Santo ho cercato di focalizzare l'anima di fronte al Mistero dell'Amore del Figlio di Dio, manifestazione massima dell'Amore della Trinità: l'abbandono di Gesù in croce, la sua kenosi, porta spalancata del Paradiso, "pupilla dell'occhio di Dio", che ci proietta nella luce della sua Risurrezione.
Riporto alcuni stralci di un discorso di Maria Voce, attuale presidente del Movimento dei Focolari, sul tema "Gesù abbandonato nell'esperienza di Chiara Lubich".



C'è una frase nel Vangelo che colpisce perché ne indica la strada: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici» (Gv 15, 13). È ciò che ha fatto Gesù. Per amore del Padre e per amore nostro. Egli, infatti, ha manifestato il suo amore per noi lungo tutta la sua vita, ma «soprattutto col sacrificio di sé in croce e nell'abbandono».
Gesù sulla croce. Venuto sulla terra per ricondurre gli uomini (che si erano allontanati da Dio con il peccato) nella piena comunione con lui, prende su di sé ogni aspetto negativo dell'uomo: i suoi dolori, le sue angosce, la sua disperazione, le sue pene, i suoi peccati…, rendendosi lui stesso, che era l'Innocente, simile all'uomo peccatore.
«Per riportare all'uomo il volto del Padre, Gesù ha dovuto non soltanto assumere il volto dell'uomo, ma caricarsi persino del "volto" del peccato», dice Giovanni Paolo II. Dopo aver assunto su di sé tutta la realtà del male – realtà che è prima di tutto assenza di amore –, Gesù sperimenta sulla croce anche l'abisso di non sentire più neppure l'unione con il Padre, tanto che grida: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» (Mc 15,34; Mt 27,46). Ma, pur sperimentando la separazione dal Padre, si riabbandona a lui e si fa così «artefice e via dell'unità degli uomini con Dio e tra loro».

Chiara [Lubich] scopre in quel "grido" il dolore più grande di Gesù e si sente chiamata a essere, insieme alle sue prime compagne (e a quanti avrebbero seguito il suo Ideale), la "risposta d'amore" proprio a questo grido.
Gesù abbandonato le si manifesta, infatti, come «la viva dimostrazione dell'amore di Dio qui in terra». In lui riconosce il vertice dell'amore perché – non esita ad affermare con parole che risultano molto espressive – in lui si concentra il culmine del dolore.
Ben lo evidenzia un noto "canto" di lode e di gratitudine, dedicato proprio a Gesù abbandonato e sgorgato spontaneo dal suo cuore:

«Perché avessimo la Luce Ti facesti cieco.
Perché avessimo l'unione provasti la separazione dal Padre.
Perché possedessimo la Sapienza Ti facesti "ignoranza".
Perché ci rivestissimo dell'innocenza, divenisti "peccato".
Perché sperassimo quasi Ti disperasti…
Perché Dio fosse in noi Lo provasti lontano da Te.
Perché fosse nostro il Cielo sentisti l'Inferno.
Per darci un lieto soggiorno sulla terra, tra cento fratelli e più, fosti estromesso
dal Cielo e dalla terra, dagli uomini e dalla natura.
Sei Dio, sei il mio Dio, il nostro Dio di amore infinito».

In questa misura d'amore senza misura, che Gesù nell'abbandono ha avuto per ogni uomo sulla terra, ogni nostro dolore è stato trasformato, ogni vuoto riempito, ogni peccato redento. La nostra lontananza da Dio è stata superata nella ritrovata comunione con lui e fra noi.
In Gesù abbandonato è racchiusa, quindi, la chiave per penetrare e dare risposta al mistero più profondo che avvolge la vita dell'uomo e dell'intera umanità.

Ogni perché dell'uomo trova risposta nel grande perché di Gesù abbandonato, e il non senso del dolore acquista senso.

(Tratto da Unità e Carismi, 1/2017)

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Vedi anche altri post a suo tempo pubblicati:
  Il dolore e la sofferenza sono "solo" germogli di rinascita (23/03/2016)
  Pasqua, passaggio di Dio e passaggio dell'uomo (01/04/2015)
  Il mistero di quei tre giorni (18/04/2014)
  Il Servo di Jahwè (15/04/2014)
  Nati da quel Sangue (6/04/2012)
  Li amò sino alla fine (2/04/2010)
  Il nostro modello (30/03/2010)
  Nel deserto del mondo… (9/04/2009)
  Quel seme che muore per dar vita (6/04/2009)
  Il sepolcro vuoto (19/03/2008)

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