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venerdì 2 settembre 2016

Per seguirlo Gesù chiede di amare di più


23a domenica del Tempo ordinario (C)
Sapienza 9,13-18 • Salmo 89 • Filèmone 9b-10.12-17 • Luca 14,25-33
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Gesù si voltò e disse: Se uno viene a me…
Gesù, vedendo la folla numerosa che lo segue, si volta per metterla in guardia, chiarendo bene che cosa comporti andare dietro a lui. Gesù non illude mai, non strumentalizza entusiasmi o debolezze, vuole invece adesioni meditate, mature e libere. Perché alla quantità di discepoli preferisce la qualità.
E indica tre condizioni per seguirlo. Condizioni radicali.

Non può essere mio discepolo:

1) Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre…, e perfino la propria vita
Parole che sembrano dure, eccessive, quasi una crocifissione del cuore con i suoi affetti, e invece ne sono la risurrezione. Infatti il verbo centrale su cui poggia tutta l'architettura della frase è: se uno non mi ama di più... Non si tratta di una sottrazione, ma di una addizione. Gesù non ruba amori, aggiunge un "di più". Il discepolo è colui che sulla luce dei suoi amori stende una luce più grande. E il risultato che ottiene non è una limitazione ma un potenziamento.
Gesù è il sigillo, la garanzia che se stai con Lui, se lo tieni con te, i tuoi amori saranno custoditi più vivi e più luminosi.

2) Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me
La croce: e noi la pensiamo metafora delle inevitabili difficoltà di ogni giorno, dei problemi della famiglia, della malattia da sopportare. Ma nel Vangelo la parola "croce" contiene il vertice e il riassunto della vicenda di Gesù. Croce è: amore senza misura e senza rimpianti, amore che non si arrende, non inganna e non tradisce. Che va fino alla fine. Gesù possiede la chiave dell'andare fino in fondo alle ragioni dell'amore.

Così, amare di più e portare la croce si illuminano a vicenda. Prendo su di me una porzione grande di amore, altrimenti non vivo; prendo la porzione di dolore che ogni amore comporta, altrimenti non amo.

3) Chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi
La rinuncia che Gesù chiede non è innanzitutto un sacrificio ascetico, ma un atto di libertà: esci dall'ansia di possedere, dalla illusione che ti fa dire: «Io ho, accumulo, e quindi sono e valgo».
"Un uomo non vale mai per quanto possiede, o per il colore della sua pelle, ma per la qualità dei suoi sentimenti", ha detto Martin Luther King.

Questo è l'invito di Gesù: lasciare giù le cose e prendere su di sé la qualità dei sentimenti. Imparare non ad avere di più, ma ad amare di più.
Allora seguire Cristo ed il Vangelo equivarrà a vivere una vita "piena".

(spunti da Ermes Ronchi)

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Se uno viene a me e non mi ama più della propria vita… (Lc 14,26)
(vai al testo)

Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata (8 settembre 2013)
Se uno viene a me e non mi ama più della propria vita… (Lc 14,23)
(vai al testo…)

Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
Le condizioni per seguire Gesù (6/09/2013)

Commenti alla Parola:
  di Luigi Vari (VP 7.2016)
  di Marinella Perroni (VP 7.2013)
  di Claudio Arletti (VP 7.2010)
  di Enzo Bianchi

(Illustrazione di Giorgio Trevisan)

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