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venerdì 27 maggio 2016

Siamo ricchi di ciò che doniamo


Santissimo Corpo e Sangue di Cristo (C)
Genesi 14,18-20 • Salmo 109 • 1 Corinzi 11,23-26 • Luca 9,11b-17
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Congeda la folla… qui siamo in una zona deserta
Gli apostoli hanno a cuore la gente, ma solo in parte, è come se dicessero: lascia che ognuno si risolva i suoi problemi da solo. Gesù non li ascolta, lui non ha mai mandato via nessuno, vuole fare di quel deserto, di ogni nostro deserto, una casa dove si condividono pane e sogni.
Per i discepoli Gesù aveva finito il suo lavoro: aveva predicato, aveva nutrito la loro anima, era sufficiente. Per Gesù no. Lui non riusciva ad amare l'anima e a non amare i corpi: parlava alle folle del Regno di Dio e guariva quanti avevano bisogno di cure. L'uomo, infatti, non «ha» un corpo, «è» un'anima-corpo senza separazioni.

Voi stessi date loro da mangiare
Il miracolo della condivisione dei pani e dei pesci - il Vangelo non parla di moltiplicazione - inizia con una richiesta illogica di Gesù ai suoi: Date loro voi stessi da mangiare. Ma gli apostoli non sono in grado, hanno soltanto cinque pani…. La sorpresa di quella sera è che poco pane condiviso con gli altri è sufficiente, che la fine della fame non sta nel mangiare a sazietà, da solo, il tuo pane, ma nello spartire con gli altri il poco che hai, il bicchiere d'acqua fresca..., un po' di tempo, un po' di cuore. Noi siamo ricchi solo di ciò che abbiamo donato alla fame d'altri.
Gesù avanza questa pretesa irragionevole e profetica per dire a noi, alla Chiesa tutta di seguire la voce della profezia, non quella della ragione; di imparare a ragionare con il cuore, un cuore sognatore di chi condivide anche ciò che non ha. Doniamo, allora, anche il tempo che non abbiamo. Non conta la quantità ma l'intensità. E vedremo che il tempo e il cuore donati si moltiplicheranno. Vedremo che ritorneranno ore più liete, giorni più sereni, un cuore ricolmo di gioia.

Tutti mangiarono a sazietà
Quel «tutti» è importante. Sono bambini, donne, uomini. Sono santi e peccatori, sinceri o bugiardi, donne di Samaria con cinque mariti e altrettanti divorzi, nessuno escluso.
Così Dio immagina la sua Chiesa: capace di insegnare, guarire, saziare, accogliere senza escludere nessuno, capace come gli apostoli di accettare la sfida di mettere in comune tutto quello che ha. Capace di operare miracoli, che non consistono nella moltiplicazione di beni materiali, ma nella prodigiosa e creativa moltiplicazione del cuore.

(spunti da Ermes Ronchi)

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Tutti mangiarono a sazietà (Lc 9,17)
(vai al testo) - (---> pdf, formato A4, stampa f/r per A5)

Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata (2/06/2013)
Voi stessi date loro da mangiare (Lc 9,13)
(vai al testo…)

Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
Il dono che è per tutti (31/05/2013)

Commenti alla Parola:
  di Luigi Vari (VP 4.2016)
  di Marinella Perroni (VP 4.2013)
  di Claudio Arletti (VP 5.2010)
  di Enzo Bianchi

(Illustrazione di Giorgio Trevisan)

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