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mercoledì 25 maggio 2016

Intervista sul diaconato a
 Mons. Ivo Muser,
 Vescovo di Bolzano-Bressanone


Riprendo le interviste ai vescovi delle diocesi italiane sul diaconato permanente e i diaconi delle loro diocesi, pubblicate nella rivista L'Amico del Clero della F.A.C.I. (Federazione tra le Associazioni del Clero in Italia).
Le interviste sono curate da Michele Bennardo.

Michele Bennardo, diacono permanente della diocesi di Susa, ha conseguito il Dottorato in Teologia presso la Pontificia Università Lateranense. È professore di religione cattolica nella scuola pubblica e docente di Didattica delle competenze e di Didattica dell'Insegnamento della Religione Cattolica e Legislazione scolastica all'ISSR della Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale, Sezione parallela di Torino. È autore di numerosi testi e articoli e dal 2005 collabora con L'Amico del Clero.

Ho riportato le varie interviste nel mio sito di testi e documenti.

Nel numero 5 (maggio 2015) de L'Amico del Clero è pubblicata l'intervista a Mons. Ivo Muser, Vescovo di Bolzano-Bressanone.

Alla domanda "Quali requisiti ritiene siano indispensabili per un candidato al diaconato permanente?", mons. Muser ha risposto: «La loro disponibilità a lasciarsi guidare dall'azione dello Spirito Santo in un atteggiamento di fede che si concretizza in una testimonianza concreta in famiglia, se sposati, e nella comunità di appartenenza. Non va sottovalutato poi l'aspetto di attenzione verso le povertà emergenti, le nuove "periferie" come sottolinea Papa Francesco. Non da ultimo una disponibilità a condividere la fraternità con il presbiterio diocesano. Questo per quanto riguarda l'aspetto umano-pastorale.
Ovviamente è fondamentale anche la preparazione teologica che i nostri candidati al diaconato permanente sono chiamati ad acquisire».

E alla domanda: "Quale cammino formativo (umano, spirituale, teologico, liturgico e pastorale) è attualmente previsto nella sua diocesi per chi diventa diacono?", ha risposto: «La diocesi di Bolzano-Bressanone desidera promuovere e sostenere il servizio diaconale nelle singole parrocchie e in tutti gli ambiti della vita diocesana. A chi si candida per il ministero diaconale come presupposti generali chiediamo: una vita di fede personalizzata, esperienze nell'ambito pastorale-caritativo-diaconale attraverso la collaborazione parrocchiale nelle associazioni o in istituzioni, una fede vissuta associata ad un atteggiamento positivo verso la Chiesa. Riguardo la professione chiediamo un buon inserimento nell'ambito di lavoro, una salute fisica e psichica che sono fattori fondamentali. La formazione teologica che può essere sia accademica presso lo Studio Teologico Accademico di Bressanone, Facoltà teologica in Italia o all'estero o una formazione teologica non accademica presso l'Istituto di Scienze Religiose, o una formazione riconosciuta dalla Diocesi come equivalente.
Riguardo la formazione spirituale sono previsti ritiri ed esercizi spirituali annuali, oltre che incontri periodici con la fraternità diaconale. Nell'ambito caritativo i nostri candidati prima dell'ordinazione svolgono un anno di approfondimento, conoscenza e collaborazione presso la Caritas diocesana e una settimana residenziale al Cottolengo di Torino. Riguardo la liturgia viene loro proposto un approfondimento liturgico del ministero diaconale, i suoi compiti e le sue prerogative, inoltre cerchiamo di aiutare i candidati e i diaconi ad approfondire con competenza l'ambito omiletico, proponendo loro dei seminari di studio su questo tema. Per quanto riguarda la pastorale puntiamo molto ad una fattiva collaborazione con i presbiteri e con i laici, soprattutto anche in merito alla realtà delle Unità pastorali».

Vai all'intervista…

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