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domenica 24 maggio 2015

Lo Spirito Santo e i Carismi


Pentecoste.
Riporto un testo di Chiara Lubich del 1984, che illustra la realtà della Chiesa gerarchica e quella carismatica, di quella che nel 1997 Giovanni Paolo II chiamò il profilo "mariano" e "petrino" della Chiesa.
Testo pubblicato nella rivista "Nuova Umanità", VI, (Marzo-Aprile 1984) pp.3 6. (fonte: www.centrochiaralubich.org).
Nella foto l'incontro, nella Pentecoste del 1998, dei Movimenti ecclesiali e le Nuove Comunità con Giovanni Paolo II in San Pietro.


Si crede, alle volte, e si è creduto spesso attraverso i secoli, che vi sia contrapposizione fra una Chiesa gerarchica, governata dal Papa e dai Vescovi, e una Chiesa carismatica animata da doni particolari dello Spirito Santo.
In realtà, non è così. La Chiesa vista nella sua gerarchia e quella ammirata per determinati carismi sono aspetti complementari dell'unica Chiesa.
Cristo ha fondato, infatti, la sua Chiesa sugli Apostoli e sui Profeti (cf. Ef. 2, 20) e una Chiesa solamente gerarchica non è quella che Egli ha pensato, così come non lo è la cosìddetta carismatica. Gerarchia e carismi, piuttosto, sono opera dello stesso Spirito, dell'unico Spirito: lo Spirito Santo, posti a vivificare l'unica Chiesa.
Enumerando i vari carismi, Paolo inizia così : «Alcuni [uomini] sono posti da Dio nella Chiesa al primo grado come apostoli, al secondo come profeti...» (1Cor 13,28); che sarebbe come dire, per i secoli seguenti: Alcuni sono posti da Dio al primo grado come i Papi e i Vescovi, al secondo come talune persone carismatiche.
Con un paragone molto approssimativo possiamo dire che concepire la Chiesa senza il carisma degli Apostoli sarebbe come concepire un albero quasi esclusivamente con sole foglie, fiori e frutti, senza tronco e rami. Concepire la Chiesa con i soli Apostoli sarebbe come pensare un albero quasi esclusivamente con tronco e rami.
Sia la gerarchia che i profeti servono la Chiesa, ma, pur manifestando in modo diverso questo loro servizio, sono suscitati ambedue dallo Spirito Santo e dotati di carismi per edificarla.
I carismi della gerarchia, che lo Spirito Santo dona con metodicità attraverso la successione apostolica, servono più per guidare, istruire, santificare la Chiesa. Quelli dei profeti, che lo Spirito Santo, il quale soffia dove vuole, elargisce, quando gli sembra utile, con divina amorosa fantasia, servono più per rinnovarla, abbellirla, fortificarla come Sposa di Cristo. La Chiesa, infatti, splende maggiormente come Sposa di Cristo per questi carismi dei profeti.
Come Gesù, per l'opera dello Spirito Santo, è il Verbo di Dio fatto carne, così la Chiesa, per l'opera dello Spirito Santo in questi suoi straordinari doni, si mostra più evidentemente un Vangelo incarnato.
Lo Spirito, mentre la arricchisce con carismi «minori» (con doni di guarigione, dell'assistenza, delle lingue...), fa fiorire in tutti i tempi, come anche oggi, movimenti spirituali, ordini, congregazioni, famiglie religiose di tipo vario per mezzo di suoi strumenti. E ogni famiglia o ordine, ogni movimento o congregazione, se ben si osserva, non sono, per così dire, che l'«incarnazione», per mezzo dello Spirito, di una parola di Gesù, d'un suo atteggiamento, d'un fatto della sua vita, d'un suo particolare dolore...
Ci sono nella Chiesa gli ordini francescani, che continuano a predicare nel mondo, anche con la loro sola esistenza, la parola di Gesù: «Beati i poveri di spirito, perché di essi è il regno dei cieli». Ci sono i domenicani che, contemplando il Logos, il Verbo, spiegano e difendono la Verità. I Gesuiti che sottolineano la violenza evangelica: agere contra. I monaci che associano la contemplazione al lavoro. I carmelitani che adorano Dio sul Tabor, pronti a discendere per predicare e affrontare la morte. Nel giardino della Chiesa, nelle aiuole di san Vincenzo de' Paoli e di san Camillo de Lellis, e in molti altri ordini, congregazioni, istituti di carità, si aprono tutti i fiori della compassione cristiana e si ripete l'intervento del Buon Samaritano.
Santa Caterina e i suoi gridano la potenza del sangue di Cristo; santa Margherita Maria Alacoque, la tenerezza del Suo Cuore; i passionisti e le adoratrici del preziosissimo sangue non finiscono di meditare sul prezzo della nostra redenzione.
Le suore di Betlemme, di Nazareth, di Betania... sono espressioni concrete d'un momento della vita di Gesù.
Santa Teresina e i seguaci della sua Piccola Via sembrano eternare la parola: «Se non vi convertirete e non vi farete come i piccoli, non entrerete nel regno dei cieli».
Le congregazioni sorte per offrire alla Chiesa sempre nuovi missionari attuano il precetto di Gesù: «Andate e predicate a tutte le genti»...
Insomma, la Chiesa, per tutti questi preziosi carismi, si mostra come un maestoso Cristo dispiegato nei secoli.
E, per i numerosi membri delle varie famiglie religiose, diffusi spesso sui cinque Continenti, appare un Cristo dispiegato nello spazio.
Come il seno della Vergine all'Annunciazione concepì il Verbo di Dio per opera dello Spirito Santo, così per opera dello Spirito Santo s'incarna spiritualmente nell'anima dei fondatori delle varie famiglie religiose una parola di Cristo, una sua espressione. E i fondatori sono, di tempo in tempo, un messaggio di Dio detto al mondo, in genere a rimedio dei mali che lo affliggono, per i bisogni che lo attanagliano.
Anche il nostro tempo ha i suoi movimenti e le sue famiglie religiose. Sono anch'essi una parola di Dio offerta all'epoca moderna.
E giacché questa è afflitta dalla disunità fra le generazioni, fra le razze, fra i popoli; giacché è particolarmente sensibile alla divisione fra le Chiese; giacché questo tempo geme nell'incubo di una catastrofe nucleare per la sfiducia reciproca fra le nazioni, per il disamore, per l'odio, per le guerre già in atto, per le continue tensioni, una delle parole che Dio grida oggi, attraverso più d'un movimento, è: comunione, comunità, unità.
Ai nostri giorni, sembra che lo Spirito Santo, sull'onda del Concilio e come attuazione di esso, voglia vedere la Chiesa più unita. Sembra che non gli basti più un cristianesimo vissuto troppo individualmente; vuole che i cristiani vivano con maggiore perfezione il loro essere uno, essere comunità, essere Chiesa.
Ed ecco allora movimenti ecclesiali, in perfetta e cordiale unità con la gerarchia posta da Cristo come primo pilastro della Chiesa, che convogliano, nelle loro spiritualità moderne e forti, persone d'ambo i sessi, di tutte le età, di ogni vocazione: vergini e coniugati, preti e laici, religiosi e religiose...
Ecco brillare nuovamente e più pienamente la fondamentale vocazione, la supervocazione del cristiano: l'amore, quell'amore reciproco che genera comunione, che ha per effetto l'unità, che costruisce la comunità; quell'amore vicendevole in cui tutti gli uomini, creati ad immagine di Dio Uno e Trino, ritrovano se stessi, e le famiglie religiose la radice della loro particolare vocazione con la possibilità di rinnovamento e nuovo rilancio. Povertà, infatti, obbedienza e castità, opere di misericordia di qualsiasi genere, e predicazione, studio o qualunque attività, ogni atteggiamento del cristiano e dello stesso religioso, pur indirizzato al bene, hanno la loro piena fecondità solo nell'amore. Con questo contenuto, i Movimenti spirituali sono stati fondati dai loro padri o dalle loro madri, con questo significato.
Così tutti, grazie allo Spirito Santo ed ai suoi nuovi carismi, qualsiasi posto occupino nella Chiesa e nel mondo, formano una sola cosa, abitano un'unica casa, vivono in una sola famiglia: in quella realtà che è la Chiesa, la quale deve e può rispondere alle esigenze struggenti e impellenti del mondo contemporaneo, anzitutto col suo essere Corpo di Cristo.
Sia, dunque, lodato e ringraziato lo Spirito Santo per quanto opera anche oggi attraverso questi carismi, e per quelli qui non direttamente menzionati. Per essi, Egli diventi per gli uomini del nostro tempo un po' meno il «Dio sconosciuto».

Chiara Lubich

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