Questo Blog continua nella nuova versione
venuto per servire
(clicca qui per entrare)


sabato 2 maggio 2015

L'intima nostra linfa divina


5a domenica di Pasqua (B)
Atti 9,26-31 • Sal 21 • 1Giovanni 3,18-24 • Giovanni 15,1-8
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Io sono la vite vera e il Padre mio è l'agricoltore…
Cristo vite, io tralcio: io e lui la stessa cosa! Stessa pianta, stessa vita, unica radice, una sola linfa. Lui in me e io in lui, come figlio nella madre. E il mio padre è il vignaiolo: Dio raccontato con le parole semplici della vita e del lavoro. Un Dio che mi lavora, si dà da fare attorno a me, non impugna lo scettro ma le cesoie… per farmi portare sempre più frutto.
E poi una novità assoluta: mentre nei profeti e nei salmi del Primo Testamento, Dio era descritto come il padrone della vigna, contadino operoso, vendemmiatore attento, tutt'altra cosa rispetto alle viti, ora Gesù afferma qualcosa di rivoluzionario: "Io sono la vite, voi siete i tralci". Facciamo parte della stessa pianta, come le scintille nel fuoco, come una goccia nell'acqua, come il respiro nell'aria.

Io sono la vite, voi i tralci … Rimanete in me e io in voi
Con l'Incarnazione di Gesù, Dio che si innesta nell'umanità e in me, è accaduta una cosa straordinaria: il vignaiolo si è fatto vite, il seminatore seme, il vasaio si è fatto argilla, il Creatore creatura. La vite-Gesù spinge la linfa in tutti i miei tralci e fa circolare forza divina per ogni mia fibra.
Dio che mi sei intimo, che mi scorri dentro, tu mi vuoi sempre più vivo e più fecondo di gesti d'amore... Quale tralcio desidererebbe staccarsi dalla pianta? Perché mai vorrebbe desiderare la morte?

Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto… Ogni tralcio che porta frutto lo pota perché porti più frutto
Potare la vite non significa amputare, inviare mali o sofferenze, bensì dare forza, qualsiasi contadino lo sa: la potatura è un dono per la pianta. Dio opera per l'incremento, per l'intensificazione di tutto ciò che di più bello e promettente abita in noi.
Tra il ceppo e i tralci della vite, la comunione è data dalla linfa che sale e si diffonde fino all'ultima gemma. Noi portiamo un tesoro nei nostri vasi d'argilla, un tesoro divino: c'è un amore che sale lungo i ceppi di tutte le vigne, di tutte le esistenze, un amore che sale in me e irrora ogni fibra.

Se noi sapessimo quale energia c'è nella creatura umana! Abbiamo dentro una vita che viene da prima di noi e va oltre noi. Viene da Dio, radice del vivere, che ripete a ogni piccolo tralcio: Ho bisogno di te per grappoli profumati e dolci; di te per una vendemmia di sole e di miele.



-------------
Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Io sono la vite, voi i tralci (Gv 15,5)
(vai al testo) - (---> pdf, formato A4, stampa a/r per A5)

Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata (6/05/2012)
Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto (Gv 15,5)
(vai al testo)

Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
Rimanere in Lui, garanzia di fecondità (4/05/2012)

Commenti alla Parola:
  di Luigi Vari (VP 2015)
  di Marinella Perroni (VP 2012)
  di Claudio Arletti (VP 2009)
  di Enzo Bianchi


Nessun commento:

Posta un commento