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giovedì 14 maggio 2015

Accogliere Dio e accogliere l'altro, un unico gesto


In occasione della Santa Messa per l'apertura della 20a assemblea generale della Caritas Internationalis, papa Francesco, nella sua omelia il 12 maggio scorso, ha tratteggiato alcune linee essenziali della natura e dell'azione della Caritas.
"Accogliere", "servire", "provvedere", "andare incontro", "preparare la tavola". Sono queste le parole che scandiscono l'omelia di Papa.
Ogni diaconia, in modo particolare quella ordinata, ha nella Caritas il suo luogo speciale di testimonianza e di azione; ma anche in ogni nostro atto di carità in favore del prossimo nel quale ravvisiamo il volto di Cristo.

Il Papa prende spunto dall'episodio degli Atti (16,22-34), dove si racconta della figura del carceriere del carcere di Filippi dove Paolo e Sila erano imprigionati, della miracolosa liberazione e del processo di conversione del carceriere e della sua famiglia.
«Il racconto ci dice che quell'uomo fece subito i passi essenziali del cammino di fede e di salvezza: ascolta la parola del Signore, insieme ai suoi familiari; lava le piaghe di Paolo e Sila; riceve il Battesimo con tutti i suoi; e infine accoglie Paolo e Sila a casa sua, prepara la tavola e offre loro da mangiare, pieno di gioia. Tutto il percorso della fede».
«Il Vangelo, annunciato e creduto, spinge a lavare i piedi e le piaghe dei sofferenti e a preparare per loro la mensa. Semplicità dei gesti, dove l'accoglienza della Parola e del sacramento del Battesimo si accompagna all'accoglienza del fratello, quasi si trattasse di un unico gesto: accogliere Dio e accogliere l'altro; accogliere l'altro con la grazia di Dio; accogliere Dio e manifestarlo nel servizio al fratello. Parola, Sacramenti e servizio si richiamano a vicenda e si alimentano a vicenda, come si vede già in queste testimonianze della Chiesa delle origini».
«Possiamo vedere in questo gesto – prosegue il papa - tutta la chiamata di Caritas».
«Caritas è Chiesa in moltissime parti del mondo, e deve trovare ancora più diffusione anche nelle diverse parrocchie e comunità, per rinnovare quanto è avvenuto nei primi tempi della Chiesa. Infatti la radice di tutto il vostro servizio sta proprio nell'accoglienza, semplice e obbediente, di Dio e del prossimo. Questa è la radice. Se si toglie questa radice, Caritas muore».
«E questa accoglienza si compie in voi personalmente, perché poi andiate nel mondo, e lì serviate nel nome di Cristo che avete incontrato e che incontrate in ogni fratello e sorella a cui vi fate vicini; e proprio per questo si evita di ridursi ad una semplice organizzazione umanitaria. E Caritas di ciascuna Chiesa particolare, anche la più piccola, è la stessa: non ci sono Caritas grandi e Caritas piccole, tutte sono uguali».
«Chi vive la missione di Caritas non è un semplice operatore, ma appunto un testimone di Cristo. Una persona che cerca Cristo e si lascia cercare da Cristo; una persona che ama con lo spirito di Cristo, lo spirito della gratuità, lo spirito del dono. Tutte le nostre strategie e pianificazioni restano vuote se non portiamo in noi questo amore. Non il nostro amore, ma il suo. O meglio ancora, il nostro purificato e rafforzato dal suo».

«Preparare la tavola per tutti, e chiedere che ci sia una tavola per tutti. Fare quello che possiamo perché tutti abbiano da mangiare, ma anche ricordare ai potenti della terra che Dio li chiamerà a giudizio un giorno, e si manifesterà se davvero hanno cercato di provvedere il cibo per Lui in ogni persona (cf Mt 25,35) e se hanno operato perché l'ambiente non sia distrutto, ma possa produrre questo cibo».
«E pensando alla tavola dell'Eucaristia, non possiamo dimenticare quei nostri fratelli cristiani che sono stati privati con la violenza sia del cibo per il corpo sia di quello per l'anima: sono stati cacciati dalle loro case e dalle loro chiese, a volte distrutte».
«Insieme a tanti altri organismi di carità della Chiesa, Caritas rivela dunque la forza dell'amore cristiano e il desiderio della Chiesa di andare incontro a Gesù in ogni persona, soprattutto quando è povera e soffre».

Ascolta il servizio della Radio Vaticana



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