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venerdì 13 marzo 2015

Il "Giudizio" di Dio


4a domenica di Quaresima (B)
2Cronache 36,14-16.19-23 • Sal 136 • Efesini 2,4-10 • Giovanni 3,14-21
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Nicodemo, personaggio ragguardevole, è alla ricerca della luce e ha intuito che gliela può dare il giovane rabbi di Nazareth (cf Gv 3,14-21).
«Come Mosè innalzò il serpente nel deserto».
Gesù si rifà alla storia del suo popolo e la interpreta come un simbolo di quanto sta per accadere a lui. Guardare a Gesù innalzato significa "credere in lui", tenere gli occhi puntati sull'amore che egli ha manifestato. La croce è punto di riferimento di ogni sguardo del credente, che in essa vede sintetizzata la proposta di vita fatta dal Maestro.
Dall'alto della croce Gesù proclama che l'uomo riuscito secondo Dio è colui che si è reso volontariamente "schiavo" per amore, servo dei propri fratelli fino a consumare la vita per loro.
Oggi i serpenti che feriscono, che avvelenano l'esistenza e che spengono la vita, si chiamano orgoglio, invidie, risentimenti, passioni sregolate. Solo lo sguardo rivolto a colui che è stato innalzato può curare dal veleno di morte che essi iniettano nel cuore dell'uomo.
«Dio ha tanto amato il mondo…».
Il Padre non ha mandato Gesù per «giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui». A differenza di Matteo, Giovanni afferma che il giudizio di Dio non viene pronunciato alla fine dei tempi, ma oggi. Di fronte a ogni scelta che l'uomo è chiamato a fare, il Padre indica cioè ciò che è conforme al bene e ciò che è conforme al male. Non si afferma che alla fine Dio rifiuterà per sempre chi ha sbagliato. Dio non scaccerà nessuno. Egli vuole che «tutti gli uomini siano salvati». È l'uomo che, con le sue scelte di fondo, accoglie o si autoesclude dal regno dei cieli.
Paolo giunge ad affermare: «Nessuna creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio in Cristo Gesù nostro Signore» (Rm 8,39).
Noi affermiamo nel Credo: «Di là verrà a giudicare…».
Che cos'è questo di là? Gesù risorto ha promesso ai discepoli di rimanere con loro «tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20).
E qui sta la sorpresa: è dalla croce che egli giudica il mondo.
Rovesciando le prospettive e i valori del mondo, Gesù "giudica" le sconfitte una vittoria, il servizio un potere, la povertà una ricchezza, la perdita un guadagno, la morte una rinascita. È con Gesù crocifisso che siamo chiamati a confrontarci, perché lui solo dice la verità sulle scelte dell'uomo.
Non incute paura il giudizio del Crocifisso: costituisce, sì, la più severa condanna di ogni malvagità, ma da lui ogni persona si sente ripetere: «Io non sono venuto per condannare, ma per salvare il mondo» (Gv 12,47).



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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Chi fa la verità viene verso la luce (Gv 3,21)
(vai al testo) - (---> pdf, formato A4, stampa a/r per A5)

Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata (18/03/2012)
Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio (Gv 3,16)
(vai al testo)

Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
La gioia di sentirsi ed essere amati (16/03/2012)

Commenti alla Parola:
  di Luigi Vari (VP 2015)
  di Marinella Perroni (VP 2012)
  di Claudio Arletti (VP 2009)
  di Enzo Bianchi

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