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sabato 24 gennaio 2015

Il fascino dell'incontro


3a domenica del Tempo ordinario (B)
Giona 3,1-5.10 • Sal 24 • 1 Corinzi 7,29-31 • Marco 1,14-20
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

In queste Domeniche i brani di Vangelo ci presentano degli "incontri": gli incontri dei primi discepoli con Gesù.
Domenica scorsa il Vangelo di Giovanni ci parlava dell'incontro di Andrea e di Giovanni stesso con Gesù: un incontro talmente incisivo che dopo decine d'anni Giovanni ne ricorda il momento preciso: «erano circa le quattro del pomeriggio»; un incontro talmente entusiasmante che Andrea non riesce a tenerlo per sé, ma deve comunicarlo subito a suo fratello Simone. «Sai, abbiamo incontrato il Messia», non una persona particolarmente affascinante, ma quello che da sempre noi, come popolo, abbiamo aspettato.
È un incontro talmente sconvolgente quello con Gesù da indurre i discepoli - come ci racconta il brano di oggi - a "lasciare le reti", lasciare addirittura il padre per "seguire" Gesù.
Ma perché questo?
È proprio il termine "seguire" che ci può dare la chiave di lettura.
Prima di Gesù, i discepoli cercavano i rabbì, i maestri di dottrina, per il loro insegnamento, la loro dottrina: una volta appresa la legge, divenuti a propria volta maestri, si distaccavano dal loro rabbì per costruirsi una propria scuola.
Con Gesù ciò che viene in evidenza non è prima di tutto la dottrina - ne accenneremo ancora domenica prossima - ma la sua persona e il progetto di esistenza legato a lui.
Il cristianesimo non è prima di tutto un insieme di dottrine, per quanto alte siano, non è un codice di norme etiche, per quanto profonde siano, ma è la persona di Gesù: l'altezza delle dottrine, la profondità delle norme discende proprio da questo, di essere espressione di ciò che è Gesù stesso.
È per questo che, da parte nostra, il diventare credenti si qualifica come un "incontro" o, se vogliamo, come un innamoramento.
Giovanni, nel suo Vangelo, mette sulla bocca di Gesù le parole «Se uno mi ama, osserverà le mie parole ...». Il mettere in pratica il Vangelo è una questione di amore, non di dimostrazione logica. Anche se, poi, si arriva a scoprire che solo quell'incontro è capace di capovolgere la vita e la stessa logica di pensiero.
È quello che Marco mette in evidenza con la parole: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini».
Quando ci si innamora di una persona, quando si instaura un rapporto di amicizia profondo, la vita cambia significato: o meglio, siamo sempre quelli di prima, ma facciamo le cose con un altro senso, un altro slancio, un altro stile, addirittura diventiamo pronti, se necessario, a rivoluzionare la nostra esistenza.
Incontrando Gesù, è tutta la vita che assume un'altra direzione, un altro stile, un altro modo di vedere e di giudicare Dio, le persone, la storia ... è il suo stile che diventa il nostro, perché si comprende che non c'è altro modo di vivere che dia così pienezza di vita e al tempo stesso senso di libertà al nostro cammino.
È questo il significato della parola "convertitevi" che risuona all'inizio del brano di oggi: convertirsi non è soltanto fare qualche sforzo in più di bene, ma trovare la direzione della propria vita con Gesù: «A un corridore che corra nella direzione sbagliata - scrive il teologo protestante Schweizer - non giova nulla fare il massimo sforzo, fintanto che qualcuno non lo induca a fare un conversione per andare nella direzione opposta».
Credere in Gesù significa riscoprire anzitutto il volto di Dio: non un Dio magico, costruito per risolvere i nostri conflitti e le nostre ansie, ma un Dio che si è messo sulla nostra strada per richiamarci sulla sua. Anche i farisei erano credenti in Dio, ma hanno ugualmente rifiutato la strada di Gesù.
Credere in Gesù significa credere alla logica della croce, ma vedendo in essa il volto di Dio: ogni sconfitta, ogni insuccesso, ogni sofferenza non sono da accettare passivamente, ma da vivere con la certezza che esiste una svolta di significato: non ci si può rassegnare al male, non lo si può credere ineluttabile, esiste una "forza" più grande del male che ci circonda e che ci interpella a volte drammaticamente.
Per questo la parola "conversione" è abbinata al "credere al Vangelo", a quella "buona notizia" che in definitiva è Gesù stesso.



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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Convertitevi e credete nel Vangelo (Mc 1,15)
(vai al testo) - (---> pdf, formato A4, stampa a/r per A5)

Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
Seguire Gesù! (20/01/2012)

Commenti alla Parola:
  di Claudio Arletti (VP 2009)
  di Marinella Perroni (VP 2012)
  di Enzo Bianchi



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