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venerdì 16 gennaio 2015

Il dono di poter "incontrare" Gesù


2a domenica del Tempo ordinario (B)
1 Samuele 3,3-10.19 • Sal 39 • 1 Corinzi 6,13-15.17-20 • Giovanni 1,35-42
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Ecco l'agnello di Dio…
È un titolo notissimo, quasi logorato dall'uso. Il termine "agnello" rimanda all' "agnello pasquale" che, sacrificato nel tempio, veniva poi consumato nella cena pasquale celebrata in famiglia. Evoca, quindi, la liberazione di Israele dalla schiavitù d'Egitto e la redenzione messianica, di cui quella dell'Esodo era una figura.
È evidente il messaggio dell'evangelista: Gesù è l'Agnello pasquale, che col suo sacrificio opera la liberazione definitiva dell'umanità.
L'opera di questo "agnello" è poderosa: "toglie il peccato del mondo". La forza del male, che è rifiuto egoistico di Dio e del prossimo, appare a volte come un fiume in piena che si ingrossa sempre più e che nulla sembra poter arginare. L' "agnello di Dio", che Dio stesso dona all'umanità, fa scomparire questo "peccato del mondo"; lo fa scomparire con la sua parola rivelatrice, con la forza del suo Vangelo e, soprattutto, col sacrificio della sua vita. Il verbo "togliere" significa pure "caricarsi, prendere su di sé".
Non esiste nessuna situazione di così tragica lontananza da Dio che Gesù non possa far sua e trasformare: è la rivelazione della misericordia del Padre, più forte di ogni peccato, che rigenera l'uomo col perdono.

Venite e vedrete… videro dove abitava
Il battesimo, che abbiamo ricordato domenica, ci fa "uomini nuovi", simili a Gesù. Ma solo se proviamo a restare con lui, a vivere come lui, allora ci sentiamo cambiati e capaci di amare, ci sentiamo davvero figli di Dio.
Non basta un incontro furtivo con Gesù per scoprire la sua identità. È necessario rimanere con lui. "Venite e vedrete": la fede non è soltanto questione di "sapere" tanto o poco su Gesù, ma di "vedere", di realizzare un incontro personale e comunitario con lui (in fondo Giovanni e Andrea vanno in due da Gesù, ed è il Battista ad indicarlo loro). L'incontro è talmente affascinante che Giovanni, a distanza di anni (si può pensare più di cinquant'anni) ricorda l'ora di quel momento: erano le quattro del pomeriggio.
Occorre sempre chiedersi che cosa si attende Gesù da noi per non correre il rischio di seguire illusioni e alimentare vane speranze. Ed è proprio importante chiederci quanto tempo stiamo con Gesù, quanto cerchiamo di vivere il suo vangelo

Incontrò per primo suo fratello Simone
Gli ultimi versetti del vangelo di oggi dicono l'ampliarsi del gruppo dei discepoli. I due che sono andati da Gesù, che hanno visto e sono rimasti con lui, sono rimasti "affascinati" e sono giunti a una comprensione più profonda di "chi" è Gesù. Ora non possono più tenere per sé la scoperta che hanno fatto; sentono il bisogno di comunicarla ad altri.
Chi incontra veramente Gesù sente la gioia di comunicarlo agli altri. Se siamo affascinati da Gesù e felici di averlo incontrato, siamo occasione per altri a diventare discepoli.
Allora, ecco la domanda che ci poniamo: In famiglia, a scuola, al lavoro, per strada riusciamo a far "vedere" che amiamo Gesù… a far scoprire il vangelo come "bella notizia"?



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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Videro dove dimorava… e rimasero con lui (Gv 1,39)
(vai al testo) - (---> pdf, formato A4, stampa a/r per A5)

Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
L'incontro! (13/01/2012)

Commenti alla Parola:
  di Claudio Arletti (VP 2009)
  di Marinella Perroni (VP 2012)
  di Enzo Bianchi

(Immagine: Il Battista indica il Cristo, di Domenico Zamperi detto il Domenichino, 1623, Basilica di S. Andrea della Valle, Roma)


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