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venerdì 16 maggio 2014

Gesù, l'unica Via


5a domenica di Pasqua (A)

Appunti per l'omelia

Il brano evangelico di questa domenica (cf Gv 14,1-12) ci riporta all'ultima cena di Gesù con i suoi discepoli. Essi sono tristi, impauriti e in preda all'angoscia per l'imminente partenza del Maestro. Gesù sa che questa situazione rappresenta un pericolo per la loro fede. Ecco perciò l'esortazione: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me». Parole di grande attualità: anche per noi, nelle circostanze più tragiche e difficili per la fede, risuonano come un accorato invito di Gesù, come un antidoto efficace contro l'angoscia.
La fede, che è abbandono e fiducia illimitata in Dio, il Padre onnipotente, va riposta in Gesù. È in Lui che il Padre si rivela e opera in comunione inseparabile : «Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me». Gesù assicura i discepoli che questa fiducia in Lui è saldamente fondata: «Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore». C'è una grande casa paterna dove Gesù ci precede. Per Lui, infatti, morire non è precipitare in un baratro senza fondo, ma «passare da questo mondo al Padre» (Gv 13,1). Ma in Lui, nel Padre, Gesù preparerà con cura un posto per ciascuno dei suoi: «verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi». Gesù non riesce a immaginare il suo futuro dopo la morte senza i suoi. Ciò che sogna e spera per sé, lo sogna e spera anche per loro. Gesù ci vuole partecipi del suo stesso destino e della sua stessa felicità!
Gesù, già fin d'ora (e non soltanto nella sua ultima venuta al termine della storia o nel nostro incontro personale con lui nella morte), riempie il cuore di una dolcissima speranza e anche di una insopprimibile nostalgia. A partire dalla sua risurrezione, infatti, Egli vive ormai per sempre nel seno del Padre e si fa vicino ai suoi, li unisce a sé ed essi già ora, nella loro esistenza terrena, vengono a trovarsi con Lui nell'abbraccio amoroso del Padre. È lì che noi viviamo di continuo, è lì che abbiamo il nostro "posto" stabile, anche se troppo spesso non ne siamo consapevoli.
Per vivere, però, in comunione col Padre è assolutamente necessario il nostro stare con Gesù. Gesù, infatti, dopo aver parlato del suo ritorno alla casa del Padre, parla della via che i suoi amici devono percorrere per raggiungerla. I discepoli non soltanto vengono condotti da Gesù al Padre, ma essi stessi devono mettersi in cammino. La via però è di nuovo Gesù stesso! Egli, che già aveva affermato: «Io sono la porta» (Gv 10, 7.9), ora afferma senza veli: «Io sono la via, la verità e la vita». Come è l'unica porta, Gesù è anche l'unica via verso il Padre: «Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me».
Gesù è l'unica via al Padre, poiché è l'unica verità, l'unica vita.
Egli è la verità. Gesù non è soltanto colui che rivela Dio come Padre, ma in tutto quello che dice, in tutto quello che fa', in tutto quello che è, Egli è rivelazione di Dio, è manifestazione palpabile di Dio Amore. E non è una rivelazione parziale di Dio, ma la rivelazione completa, totale, definitiva del Padre. Per conoscere Dio non abbiamo bisogno di nessun altro, se non di Gesù solo. Di Lui, che è il Figlio unico che in tutto quello che è, che dice e che fa, si rivela come il Figlio in relazione perfetta d'amore col Padre.
Gesù è la vita: la vita divina, la comunione eterna d'amore tra il Padre e il proprio Figlio nello Spirito Santo. Vita che Gesù fin d'ora dona ai credenti, immettendoli nel circuito della comunione trinitaria.
Lo intuisce oscuramente Filippo quando chiede a Gesù: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Richiesta che esprime l'anelito più profondo del cuore umano: poter vedere Dio e soprattutto Dio come Padre. Filippo, però, pensa a una manifestazione eclatante di Dio. Non sa invece che la sua attesa e la sua preghiera Dio le ha già esaudite donando Gesù. Per questo Gesù non può nascondere la sua delusione: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre». Perché: «Io sono nel Padre e il Padre è in me».
Perciò chi guarda con fede al Figlio vede, in Lui e per Lui, il Padre. Incontrare Gesù è incontrare semplicemente il Padre!
E la conseguenza di chi crede in Gesù è di compiere le opere che Gesù stesso compie. Continua, cioè, ad amare come Gesù ha amato, ad operare come Gesù ha operato. Anzi, nell'esistenza e nella attività di coloro che per la fede sono uniti a Lui, Egli stesso continua a rivelare il Padre e a condurre gli uomini a Lui. Addirittura, Gesù aggiunge che i discepoli faranno opere più grandi ancora di quelle compiute da Lui, perché il Risorto in loro continuerà la sua opera di manifestare l'amore del Padre in un raggio sempre più vasto, grande come il mondo.



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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Vado a prepararvi un posto (Gv 14,2)
(vai al testo) - (pdf, formato A5/A4c)

Commenti alla Parola:
  di Gianni Cavagnoli (VP 2014)
  di Marinella Perroni (VP 2011)
  di Enzo Bianchi


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