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lunedì 30 dicembre 2013

La Vergine Madre


Maria SS. Madre di Dio (A)

Appunti per l'omelia

Nell'ottava di Natale, primo giorno dell'anno, la Chiesa celebra Maria, la Vergine che è Madre, la Madre di Dio. Questi "appunti", che mi sono permesso di riportare, sono tratti dal "Commento ai Vangeli festivi, anno A, Il Tesoro e la Perla, ed. EDB, di Claudio Arletti.
Maria è vergine e madre, due condizioni che si escludono a vicenda. Eppure, proprio dalla compresenza di entrambe le condizioni comprendiamo come Dio Padre visiti l'uomo e agisca in esso. Il Natale del Verbo è il paradigma di come la Trinità entri in comunione con ogni persona. Maria, allora, non è semplice oggetto della nostra devozione, ma racchiude tutto ciò che la persona umana può essere davanti al Padre, nello Spirito.
La verginità è spazio vuoto. È possibilità di vita, ma in quanto attesa e accoglienza. Se non viene visitata e fecondata rimane sterilità e buio. La verginità è apertura all'altro. L'uomo davanti a Dio è questo: ascolto, attesa, silenzio, attesa di quel seme divino che possa generare in lui Cristo. La verginità di Maria è allora la rinuncia a essere protagonisti nel dare la vita. La vita che fiorisce nella Vergine sarà la vita stessa di Dio, perché da Dio Maria si lascia fecondare.
La verginità di Maria è la coscienza che se Dio non agisce in noi, se non entra e feconda il nostro silenzio con la sua parola, non ci saranno frutti. Il Padre non vuole agire accanto all'uomo, non vuole agire senza l'uomo, ma vuole agire nell'uomo come il seme agisce nella donna.
Ogni persona è vergine davanti a Dio se nella fede accetta di aprirsi in silenzio per accogliere la Parola e il pane che la feconda, non perché l'uomo agisca in unità di intenti con Cristo, in semplice armonia, ma perché Cristo agisca in lui. Se questa è la verginità di Maria, fisicamente e spiritualmente, allora la sua maternità è la straordinaria facoltà di generare Dio stesso. Poiché lui e lui solo ha agito in lei.
La maternità che oggi celebriamo è realmente segno e simbolo dell'incontro tra il divino e l'umano, in modo che tutto venga dal Padre e, allo stesso tempo, tutto venga dall'uomo.
La verginità feconda della Madre di Dio è la composizione dell'umano con il divino, dove l'uno non schiaccia l'altro, il divino non soffoca l'umano, ma lo valorizza al di là delle sue apparenti possibilità.
In questo giorno in cui contempliamo il mistero del Natale dal basso, dal grembo di Maria, piuttosto che dall'alto, come il 25 dicembre, dal cielo che invia l'eterna Parola, comprendiamo l'essenza della vita spirituale, così come ce la presenta Paolo in Gal 2,20: «Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me». È nato dentro di me. Ho generato Cristo. Non perché io ne abbia le capacità, ma perché lo Spirito feconda il cuore del credente.



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Vedi anche questi Post:
Madre di Dio (30 dic. 2011)
Madre dell'unica persona del Verbo di Dio, dono per il mondo (31 dic. 2012)


Commenti alla Parola (Anno A):
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