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venerdì 15 febbraio 2013

Un profondo atto di fede


1a domenica di Quaresima (C)

Appunti per l'omelia

La liturgia di questa prima domenica di Quaresima ci presenta il deserto come luogo dell'incontro con Dio. Sull'esempio di Gesù, che vince le tentazioni, siamo invitati a lasciarci guidare dallo Spirito di Dio che ci indicherà il vero cibo della nostra esistenza: nutrirci della Parola di Dio, fino a portare frutti di conversione, di pace e di condivisione.
Il brano del Deuteronomio (26,4-10) della prima lettura riporta l'antica professione di fede che il fedele ebreo recitava durante il rito in cui offriva le primizie della terra, ricevute in dono dal Signore. Abbiamo qui il "Credo" di Israele, il cui contenuto è la salvezza operata da Dio in favore del suo popolo: Dio lo ha liberato e lo ha condotto nella Terra Promessa. Il nostro "Credo" prolunga quello del popolo eletto: anche noi professiamo con gratitudine la fede nel Dio che ci ha liberati attraverso la Pasqua di Gesù, attraverso la sua morte e risurrezione. Così, san Paolo, nella seconda lettura (Rm 10,8-13), presenta il centro del Credo cristiano che è la confessione di fede nel Cristo Risorto. È un atto interiore, dove si crede "con il cuore", ma è altresì un impegno pubblico che si prende di fronte alla comunità cristiana ed insieme ad essa, dove "con la bocca si fa la professione di fede".
Gesù, a cui non è risparmiata la tentazione dopo l'esperienza del deserto (cf Lc 4,1-1-23), esperienza fatta sotto l'impulso dello Spirito Santo, ci offre l'esempio di fede e di abbandono alla volontà del Padre, nel superamento di ogni tentazione.
Il Figlio di Dio non è risparmiato dalla tentazione, che riguarda proprio il suo rapporto col Padre. Satana, nel cercare di allontanare Gesù da Dio, di metterlo in contrasto con Lui, cerca di persuaderlo a non comportarsi da figlio. "Se sei Figlio di Dio", usa il potere di cui disponi per soddisfare ora le tue necessità vitali… Lo puoi fare senza dipendere da tuo Padre… Ma Gesù si abbandona al Padre e respinge la tentazione riferendosi ad un alimento che per lui è più importante: la Parola di Dio.
Così è nella tentazione dove gli viene offerto il dominio politico ed economico e quella in cui usare del proprio potere per compiere miracoli clamorosi e gesti spettacolari con cui conquistarsi la gente: non è vera fiducia in Dio, ma è un tentare Dio…
Gesù, invece, si manifesta vero Figlio di Dio, scegliendo di vivere nell'umiltà e nel nascondimento. Non ha bisogno di forzare Dio a dimostragli che lo ama. Si fida semplicemente di Lui, così come continuerà a fare sulla croce, non rispondendo alla sfida ed alla provocazione dei presenti.
Egli è il nostro modello di fede. Da Lui, che si è fatto uno di noi, impariamo ad abbandonarci totalmente a Dio, a credere all'amore che il Padre ci ha dimostrato e ci dimostra continuamente.
Gesù rimane accanto a noi e ci insegna a pregare il Padre: "Non ci indurre in tentazione", fa' che non soccombiamo alla tentazione di tradirti, di perdere la fede.
Da Gesù impariamo anche con quale strategia possiamo vincere ogni forma di tentazione. Il segreto? Un rapporto vivo con la Parola di Dio, accolta con tutto il cuore ed attuata in ogni circostanza della nostra vita.



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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Gesù fu guidato dallo Spirito nel deserto (Lc 4,1)
(vai al testo) - (pdf, formato A5/A4c)

Commenti alla Parola:
  di Marinella Perroni (VP 2013)
  di Claudio Arletti (VP 2010)
  di Enzo Bianchi





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