Questo Blog continua nella nuova versione
venuto per servire
(clicca qui per entrare)


mercoledì 2 maggio 2012

Diaconia della marginalità, diaconia della pace(3)





Del numero 172 della Rivista Il Diaconato in Italia (Diaconia della marginalità, diaconia della pace ) segnalo due articoli di Giuseppe Bellia, che ho riportato nel mio sito di testi e documenti:



Come Dio educa alla misericordia (sezione Riquadri)
"Cogliere l'assoluta novità di Dio" sul modo di condurre il suo popolo alla comprensione della propria incapacità di "essere compassionevoli e misericordiosi", indicando questa incapacità "il prodotto tipico e diseducativo della religione civile".   Leggi tutto…


Temere Dio: paura o sapienza? (Sezione Studio)
"Il Dio trascendente e lontano, pronto all'ira, lento nell'elargire i suo doni, ha ceduto il posto a un Dio amorevole e benigno. Che fine ha fatto il timor di Dio? E i poveri, un tempo interlocutori diretti di quanti agitavano un Dio tiranno e dispotico, oggi non hanno più nulla da temere?
Il timor di Dio non ha più vita facile nella Chiesa, ma i poveri li abbiamo sempre con noi. Cosa siamo disposti a dare loro? Le ire del dio Mercato hanno preso il posto delle prime, ugualmente imprevedibili e implacabili. E le fatiche dello scriba solleveranno gli animi affranti?".

Sottotitoli di questo Studio:
«Ma presso di te vi è il perdono affinché tu sia temuto» (Sal 130).
Nella letteratura sapienziale.
La novità di Qohelet.
Congedo:
"[…] La riflessione teologica del Qohelet ci ha condotti dal tutto compreso come vanità al «timore di Dio» che è tutto (12,13-14), facendoci percepire l'ossimoro di una sapienza donata dall'alto che tuttavia attende sempre di essere accolta dall'uomo. Il convergere della realtà umana e divina nell'opera del sapiente deve preservare la distinzione delle rispettive identità in tensione verso l'unità. Da qui l'insistenza sul «temere Dio» come luogo teologico di una relazione adulta e non come atteggiamento di rassegnata impotenza della creatura davanti all'agire arbitrario di una divinità sfuggente. Il «timore di Dio» consente all'uomo di coniugare l'affabile immanenza dell'autorivelazione divina con la maestosa trascendenza della sua inarrivabile santità: «presso di te vi è il perdono, affinché tu sia temuto», recita il testo ebraico (Sal 130,4)".   Leggi tutto…




Nessun commento:

Posta un commento