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domenica 4 settembre 2011

Uomini di comunione


Nel contesto dell'insegnamento ecclesiale dell'evangelista Matteo (18,15-20), dove emerge la regola aurea della vita comunitaria (correzione fraterna, preghiera comune e perdono), mi è venuta in luce la centralità della comunità, quale soggetto di evangelizzazione, per sé e per il mondo. In essa, nella comunità, i ministri ordinati, e quindi anche il diacono, "servono" affinché ad essa sia garantita questa sua peculiarità: l'accoglienza reciproca, il perdono e la testimonianza che il Vangelo è luce per tutti, dove non si sappia solo gestire semplicemente i conflitti, ma si evidenzi il loro superamento in un cammino comune.
Non posso non citare a questo proposito quanto dicono le Norme fondamentali per la formazione dei diaconi permanenti: «…[i sacri ministri] diventino "ponte e non ostacolo per gli altri nell'incontro con Gesù Cristo Redentore dell'uomo" (66).
Di particolare importanza per i diaconi, chiamati ad essere uomini di comunione e di servizio, è la capacità di relazione con gli altri. Ciò esige che essi siano affabili, ospitali, sinceri nelle parole e nel cuore, prudenti e discreti, generosi e disponibili al servizio, capaci di offrire personalmente, e di suscitare in tutti, rapporti schietti e fraterni, pronti a comprendere, perdonare e consolare (67).
[Per i diaconi coniugati significa] irradiare la comunione familiare a tutta la Chiesa e la società (68)».



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