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venerdì 21 maggio 2010

Lo Spirito che rende figli

23 maggio 2010 – Pentecoste (C)

Parola da vivere

Avete ricevuto lo Spirito che rende figli (Rm 8,15)


Gli apostoli, radunati in preghiera con Maria, ricevono in dono lo Spirito Santo, promesso da Gesù il giorno del suo ritorno al Padre. Tutte le persone accorse, di lingua e nazionalità diverse, comprendono nella loro lingua il linguaggio dell'amore: le meraviglie, "le grandi opere", che la nuova comunità nascente, unita dallo Spirito Santo, va annunciando e compiendo.
La festa di Pentecoste vuol farci più coscienti del dono che anche noi abbiamo: "Avete ricevuto lo Spirito che rende figli". Di qui il coraggio di far sapere con la nostra vita che siamo la nuova famiglia di Dio.
«Noi, come Gesù, possiamo dire a Dio: "Abbà, Padre!" - "Papà"! Una parola che parte dal cuore e dice confidenza, abbandono al suo amore, certezza di essere amato. Qui si entra nel cuore di Dio». (Chiara Lubich).
L'essere guidati dallo Spirito nel proprio cammino, lo sperimentare questa consolante e dolcissima presenza nell'intimo del nostro essere, non è qualcosa riservato a cristiani "speciali", ma costituisce una possibilità offerta a tutti, credenti e in ricerca.
La nostra risposta? È amare Dio e amare l'uomo.
Dio non è solo Padre mio, ma è Padre anche di chi ci sta accanto, del povero, dell'immigrato: è "Padre nostro". La voce dello Spirito che risuona dentro, ci chiede di amare tutti.
Si rinnova allora anche oggi una nuova Pentecoste.


Testimonianza di Parola vissuta


Un giorno a scuola dovevamo svolgere un compito: esprimere attraverso un disegno o uno scritto il tema della solidarietà. lo ho proposto di lavorare insieme, ma subito però, mi sono accorto che nessuno voleva nel proprio gruppo Maurizio, un compagno che spesso viene escluso e preso in giro da tutti gli altri. Lui, demoralizzato, continuava a ripetere che questo lavoro l'avrebbe fatto a casa con sua sorella.
Vedendolo così triste, ho capito che ancora non avevo fatto tutta la mia parte per aiutarlo ad inserirsi con il resto della classe. Così l'ho invitato a venire nel mio gruppo, anche se gli altri miei compagni lo rifiutavano. Quando, nel pomeriggio, dopo avergli telefonato, sono passato a prenderlo con la bici, lui mi aspettava già fuori sul cancello, tutto sorridente.
Quando siamo entrati a casa di Elisa, che mi aveva dato il permesso di portarlo, gli altri miei compagni ci hanno guardato con tanta meraviglia e hanno cominciato a protestare. Allora io ho spiegato che mi sembrava inutile fare un disegno sulla solidarietà se prima non eravamo solidali tra di noi e, loro dopo avermi ascoltato, mi hanno dato ragione.
Così abbiamo lavorato insieme e alla fine della giornata eravamo proprio soddisfatti. Da quel giorno anche Maurizio è diventato amico di tutti.

(Michele)

(da "Camminare insieme" - vedi Testimoniare la Parola, come proposto in parrocchia)

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