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venerdì 28 maggio 2010

Come in Cielo...

30 maggio 2010 – Santissima Trinità (C)

Parola da vivere



Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo
(vers. al vangelo)



Oggi il cristiano e i predicatori della Parola, per cogliere l'ineffabile mistero della Trinità, dovranno essere contemplativi.
Affidandoci allo Spirito, chiediamo di inoltrarci nella conoscenza del mistero della Trinità. La strada che siamo invitati a percorrere non ci porta a "sapere", ma a contemplare.
Questa festa ci porta a contemplare il Paradiso: la vita ineffabile, dove il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo vivono un intenso e caldo rapporto di comunione.
Anche a noi l'amore dei Tre ci è partecipato e "riversato nei nostri cuori", così scrive san Paolo. A tutti noi allora è dato di gustare l'amore, il perdono, la dolcezza di questo stupendo loro amore.
Siamo figli del Padre che ci ama immensamente; siamo amici di Gesù che vive accanto a noi, prende su di sé le nostre fragilità, i mali, il peccato, donandoci il perdono e la salvezza; siamo consolati dall'amore dello Spirito Santo, forza in ogni nostra tribolazione.
Ci chiediamo: è possibile vivere sulla terra questa umana, divina avventura trinitaria? Sì..., se ci amiamo così: l'amore reciproco deve diventare lo stile di vita del cristiano.


Testimonianza di Parola vissuta


L'altra mattina nella meditazione ci eravamo lasciati con la Parola da vivere: "Amare per primo ", ricordando la frase di Paolo nella lettera ai Romani che dice: "Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi". Avevamo preso coscienza del fatto che l'amore soprannaturale ama non per interesse o per pura amicizia o altro. Spinge ad avere sempre l'iniziativa, senza attendere di essere amati. E così che nel pomeriggio, prima di riprendere il lavoro, affacciandomi alla finestra ho notato che cominciava a piovere e che gli indumenti dei miei compagni, ormai quasi asciugati, si bagnavano di nuovo. Mi sono ricordato della meditazione del mattino e sono corso per andare a toglierli. Scendendo in lavanderia per stenderli, ho visto che c'erano sulle corde dei vestiti già asciutti. Ho iniziato a raccoglierli e poi a piegarli per bene e a riporli nell'armadio. Facendo quel lavoro con amore, sentivo che ogni camicia o maglia che piegavo era per far dono ai miei fratelli di casa, e mi si riempiva l'anima di gioia! Ma questa spinta nasceva dall'essermi sentito tante volte amato per primo. Molte volte, infatti, quel gesto compiuto quel pomeriggio qualcuno lo aveva fatto per me. Questo faceva scaturire in me il desiderio di far sentire amati anche gli altri.


(G.D.)


(da "Camminare insieme" - vedi Testimoniare la Parola, come proposto in parrocchia)

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