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venerdì 8 maggio 2009

Nella potatura, la vita

10 maggio 2009 – 5a domenica di Pasqua (B)

Parola da vivere

Senza di me non potete far nulla (Gv 15,5)



Sulla croce Gesù, ferito dalla lancia del soldato, dal cuore aperto ha versato sangue ed acqua. Dal grido dell'abbandono di Dio passa alla pace dello Spirito Santo, rientra in Dio Amore.
Anche la vite, quando è potata, piange, versa una lacrima di morte per poi rinascere nei tralci nuovi.
"Senza di me non potete far nulla" dice Gesù. Ci vuole almeno una lacrima, un segno di morte per innestarsi nel vero amore, quello che ci fa suoi discepoli e ancor più ci trasforma in Lui e ci immette nel circuito d'amore della Trinità.
Anche l'egoismo ha le sue leggi d'amore, ma producono solo rami secchi, che non sono più legati tra loro, anzi si intralciano, si soffocano come spine.
La Pasqua che viviamo è tempo d'amore, è primavera che scioglie il gelo tra noi e Dio e ritrova la fonte della vita. Noi siamo niente se svuotati della linfa d'amore da cui siamo venuti all'esistenza.
Gesù con la sua Parola ci fa ritrovare la fonte, nella sua carne ridiventiamo creature di Dio. Se crediamo di amare, ma il nostro amore si riduce a uno scambio orizzontale di favori, un commercio di beni, siamo come i bambini che giocano allo scambio di figurine, a nulla arriveremo se non all'ingombro di rami secchi.
Se ritroviamo la fonte dell'amore nella potatura della croce, il nostro cuore ritornerà a pulsare dell'amore primitivo che ci ha fatti nascere nella vigna del Padre. Se amiamo veramente ci sentiremo Gesù, Lui in noi sarà il Padre che ama.
"Io in Te, o Padre, e tu in loro".

Testimonianza di Parola vissuta


Da un anno e mezzo sono entrata nello stato vedovile. Ho faticato tantissimo ad accettare questa situazione. Quando mi invitavano a partecipare agli incontri per vedove, rifiutavo. Mi sembrava, partecipando, che avrei allontanato definitivamente mio marito dalla mia vita, che avrei riconosciuto in modo assoluto che lui non era più con me. L'avevo aiutato a portare la croce della sofferenza, della malattia; ora volevo portare da sola la "croce della solitudine", senza dividerla con nessuno.
Poi c 'è stato un primo incontro a Santa Toscana, con al centro di tutto l'Eucaristia e, attorno all'altare, tante persone che vivevano un dolore pari al mio. Ma loro lo vivevano in modo diverso, più serenamente, condividendo la loro triste esperienza, con l'aiuto della parola del sacerdote, che conduceva alla Parola di vita. È come se avessi incontrato Cristo di nuovo.
Da sola avevo paura di soffrire! Insieme ad altri ho abbracciato la sofferenza, con fiducia, e con la speranza di riavvicinarmi a coloro che prima di me hanno raggiunto la pace definitiva dal Padre della gloria infinita ed eterna.


(Rita, VR)


(da "Camminare insieme" - vedi Testimoniare la Parola)

2 commenti:

  1. Senza di me non potete far nulla... eppure spesso ce ne dimentichiamo: Buon week end!

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  2. Buon week end anche a te, Paolo!
    Ho visto sul tuo blog l'invito per la prossima trasmissione sull'abbraccio inevitabile della croce. Ripasserò...
    È vero che ogni "potatura" che il Padre opera attraverso il dolore, che accompagna il seguire Gesù, produce frutti di vita, ...se non siamo tralci "secchi".

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