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venerdì 5 settembre 2008

L'unico debito

7 settembre 2008 – 23a domenica del Tempo ordinario (A)

Parola da vivere

Pienezza della legge è la carità (Rm 13,10)

Paolo ha appena finito di invitare i fedeli della comunità di Roma a non lasciare nulla di inevaso rispetto al loro rapporto con la società civile e le sue autorità (Rm 13,1-7). Ora li esorta ad avere, quale unico debito, l'amore vicendevole, che egli definisce come il pieno compimento della legge. Il cristiano non può sottrarsi ai suoi impegni verso il prossimo. Perché, nell'amore per l'altro, l'apostolo individua un portare a compimento la legge, quale espressione della volontà di Dio.
L'amore come compimento ci ricorda che amare è un "obbligo" permanente, dal quale non ci si può mai sdebitare. Il cristiano sa di restare sempre debitore nei confronti dell'altro (qualsiasi altro) e si muove sempre verso il compimento dato dalla carità, che ha come suo punto di riferimento Cristo stesso e la sua croce, segno di un amore "fino alla fine". L'amore tanto più è autentico quanto più si misura sulla situazione concreta del prossimo. Questa domenica la parola di Dio ci sollecita ad una presa di posizione vera e completa nei confronti dell'amore, "compimento di tutta la legge". Amore che diventa dedizione, gioia per il bene altrui, testimonianza appassionata, amore sincero per chi incontro nel cammino quotidiano.

Testimonianza di Parola vissuta

Mio marito, dopo il lavoro, si fermava con gli amici al bar e rincasava molto tardi. Per questo c'era sempre motivo di bisticciare con lui, perché volevo che fosse diverso. Preparavo la cena solo per me e mangiavo da sola. Un giorno un'amica mi ha detto che Dio ama ogni uomo: l'aveva capito dopo un grande dolore. "Dio ama me, ma anche Carlo, lo ama e accetta così com'è!", mi ripetevo: ero inquieta, sentivo che dovevo cambiare. Una notte lui non arrivava: ho preparato la cena e l'ho aspettato. Quando è giunto, senza brontolare gli ho servito il pasto e ho mangiato con lui. Mi guardava meravigliato: io in silenzio ringraziavo Dio per essere riuscita a farlo. Tempo dopo Carlo mi ha confidato che quella sera pensava: "Ma che le è successo? Non avrà mica messo il veleno nella minestra...". Per un po' ha continuato ad arrivare ancora tardi a casa, ma trovava sempre la cena pronta: e io aspettavo per cenare con lui. Ora ha incominciato ad arrivare presto a casa e mi aiuta a preparare la cena: ora tutto è cambiato tra noi.

(A.F.)
(da "Camminare insieme" - vedi Testimoniare la Parola)

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