Paolo ha appena finito di invitare i fedeli della comunità di Roma a non lasciare nulla di inevaso rispetto al loro rapporto con la società civile e le sue autorità (Rm 13,1-7). Ora li esorta ad avere, quale unico debito, l'amore vicendevole, che egli definisce come il pieno compimento della legge. Il cristiano non può sottrarsi ai suoi impegni verso il prossimo. Perché, nell'amore per l'altro, l'apostolo individua un portare a compimento la legge, quale espressione della volontà di Dio.
L'amore come compimento ci ricorda che amare è un "obbligo" permanente, dal quale non ci si può mai sdebitare. Il cristiano sa di restare sempre debitore nei confronti dell'altro (qualsiasi altro) e si muove sempre verso il compimento dato dalla carità, che ha come suo punto di riferimento Cristo stesso e la sua croce, segno di un amore "fino alla fine". L'amore tanto più è autentico quanto più si misura sulla situazione concreta del prossimo. Questa domenica la parola di Dio ci sollecita ad una presa di posizione vera e completa nei confronti dell'amore, "compimento di tutta la legge". Amore che diventa dedizione, gioia per il bene altrui, testimonianza appassionata, amore sincero per chi incontro nel cammino quotidiano.
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